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Cronaca
05.10.2016 - 17:280
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

Galeazzi e Bassi, «cari liberali, se ci aveste ascoltati...»

I due consiglieri comunali democentristi avevano presentato un emendamento all'articolo 8 per un Direttivo a sette membri. «Ma detto da noi non andava bene e il PLR lo bocciò»

LUGANO - Il consigliere comunale liberale Giordano Macchi ha agitato ulteriormente le acque della politica luganese proponendo una mozione per modificare l'articolo 8 dello statuto dell'Ente autonomo del LAC. La sua proposta parla di Consiglio Direttivo a sette membri, senza funzionari, e senza cooptazioni. Tiziano Galeazzi dell'UDC aveva parlato di un'idea simile, e appena resa nota la mozione di Macchi ha voluto precisare sulla sua pagina Facebook che con la collega Raide Bassi (nella passata legislatura) aveva già proposto, sotto forma di emendamento al Consiglio Comunale dello scorso marzo, un Direttivo da cinque a massimo sette membri. Tre sarebbero nominati d'ufficio, ovvero i due Municipali e il Direttore della divisione cultura, come accade oggi, mentre le altre due più eventuali due nomine avrebbero dovuto essere ratificate dal Consiglio Comunale. Un'idea dunque diversa da quella di Macchi, che esclude i funzionari (dunque il Direttore della divisione cultura, ovvero Sganzini) ma pur sempre ridotta rispetto a quanto proposto sullo statuto odierno (articolo 8) che prevede fino a nove membri. Nel testo dell’emendamento vi erano anche citate diverse cifre al ribasso sui fondi da concedere al LAC e la priorità nelle prossime assunzioni della preferenza indigena per il personale del LAC, in una sorta di anticipazione di "Prima i nostri". «Caro collega Giordano Macchi, posso capire la tua mozione ma vorrei renderti attento che l'UDC con Raide Bassi e il sottoscritto, lo scorso 8 marzo 2016 (a fine legislatura) proponemmo un emendamento sullo statuto del LAC al Consiglio Comunale. La nostra proposta andava proprio nella direzione di un massimo di 7. Avevamo pure auspicato in sede di seduta commissionale che non ci fossero guerre partitiche», scrive Galeazzi sul social. Che fine ha fatto l'emendamento? È stato votato dal Legislativo, che l'ha bocciato, con i voti favorevoli solo da pochi colleghi. «L'emendamento fu bocciato anche dal gruppo PLRT. Ora mi fa specie che quanto da noi proposto e previsto (ahimè), venga resuscitato visti i problemi successi. Detto da noi non andava bene e avevamo visto giusto...ma detto da altri chissà.... Forse averci presi sul serio e ascoltato, magari non avremmo fatto le figure di questi due giorni passati».
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