MENDRISIO - Due lingue nazionali da insegnare obbligatoriamente durante le scuole elementari, con l'opzione di una terza, che è quasi sempre l'italiano. I Cantoni dovrebbero occuparsi autonomamente della questione, ma se non vi riuscissero, toccherebbe alla Confederazione intervenire. La presa di posizione del Governo ticinese sulla modifica della Legge sulle lingue nazionali e la comprensione tra le comunità linguistiche rispecchia quella di Marco Romano, Consigliere Nazionale PPD, da sempre attento al tema del pluringluismo.«Fondamentalmente sono contento che la Confederazione prenda atto che soprattutto nei Cantoni della Svizzera tedesca vi è una tendenza molto pericolosa per quanto riguarda il plurilinguismo. Molti Cantoni hanno già abbandonato da decenni l'italiano, ora vogliono farlo anche con il francese, affermando che bastano tedesco, anche se dovrebbero mettersi d'accordo se intendono tedesco o svizzero tedesco, e inglese. Nel nostro paese, dobbiamo sempre tenere conto che l'insegnamento è una questione cantonale, ma di fronte a così tanti Cantoni che agiscono in modo egoistico e poco rispetto del plurilinguismo, siamo vicini a una situazione inaccettabile. Non può esistere che i giovani non conoscano almeno due lingue nazionali, anche se l'italiano rimarrà a margine. Quando accade anche col francese, è grave», ci ha detto.