CRONACA
Dalla foglia di fico alla tigre di carta, per il 9 febbraio la soluzione appare ancora troppo light
Commissione delle istituzioni politiche degli Stati ha proposto che chi non assume residenti debba motivare la decisione. Marco Chiesa boccia l'idea, anche Ueli Maurer è tutt'altro che entusiasta
BERNA - Per il Consigliere Nazionale UDC Marco Chiesa rimane una semplice «foglia di fico», oltre che una presa in giro. Ci si attendeva dalla Commissione istituzioni politiche degli Stati una proposta di applicazione del 9 febbraio un po' meno light rispetto a quella che tanto aveva fatto indignare parte del Ticino, e non solo, prodotta dalla Commissione delle istituzioni politiche del Nazionale e poi approvata.Una nuova versione è stata prodotta, ma nemmeno questa volta si parla di contingenti e di preferenza indigena, come invece era specificato nel testo dell'iniziativa popolare votata il 9 febbraio 2014. Sostanzialmente, come avanzato dal liberale Müller, si chiede che, di fronte a una forte disoccupazione in particolar modo in alcuni settori, i posti vacanti debbano non solo essere segnalati agli uffici regionali di collocamento, ma che i disoccupati residenti corrispondenti al profilo cercato vengano convocati. In caso di una loro mancata assunzione, si chiede di motivare la decisione prima di assumere stranieri.Un passo in più rispetto alla versione che fece gridare allo scandalo, ma Chiesa non è l'unico a essere convinto che non sia per nulla la soluzione. Anche il Consigliere Federale UDC Ueli Maurer ha detto che «ciò che propone la commissione degli Stati è una tigre di carta che deve ancora essere domata. Non credo che questa proposta possa già essere la soluzione», e che anzi verrebbero introdotti degli obblighi inauditi.I tempi stringono, e a quanto pare c'è ancora molto da fare...
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