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Cronaca
20.01.2017 - 00:020
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40

Una sedicenne canta l'inno per Trump. L'alba di un nuovo giorno per l'America (e il mondo?)

Domani vi sarà la cerimonia di insediamento del nuovo presidente. Svarati artisti hanno detto no, con Obama la tensione è alle stelle. Ecco come si svolgerà la giornata

WASHINGTON - È arrivato il momento: domani Donald Trump si insedierà ufficialmente alla casa Bianca, e darà il via al suo mandato di presidente. Barack Obama ha salutato qualche giorno fa con un commosso discorso, ricordando il suo motto "Yes we can", ringraziando la moglie Michelle per l'incessante supporto, e dando un'immagine di normalità, dato che una delle figlie, impegnata per esami scolastici, era assente: nemmeno il congedo del padre dal suo ruolo è stato abbastanza importante per disertare una prova. Di sicuro, dall'elezione di Trump, i due si sono scambiati frecciate come mai era accaduto fra due presidenti, uno in carica e uno pronto a subentrargli. Trump non le ha mandate a dire al suo predecessore, accusandolo di aver creato l'ISIS, seppur indirettamente, lasciando un vuoto di potere dopo aver lasciato l'Iraq. L'Obamacare? È ritenuta solo un disastro pronto a implodere. Nel frattempo, però, complici i presunti hackeraggi russi e gli scandali a luci rosse, pare che la popolarità di Trump sia già scesa al 37%: e ancora non si è insediato! A proposito della cerimonia di insediamento, molti sono stati i no da parte di personaggi famosi che il Tycoon ha dovuto incassare. Prima gli italiani Bocelli (ma poi è stato negato che sia mai stato invitato), e il Volo: i tre giovani tenori hanno detto di non condividere le idee xenofobe e razziste di Trump (accusati pesantemente da Sgarbi, che li ha tacciati di ignoranza). In ogni caso, nemmeno in America Trump è stato più fortunato: per la prima volta, nessuna band di Washington suonerà all'insediamento. E così a cantare l'inno nazionale sarà una ragazza sedicenne, Jackie Evancho, nota per aver partecipato a "America’s Got Talent" nel 2010, poi ci saranno i Mormon Tabernacle Choir, un coro mormone, e i Radio City Rockettes, un corpo di ballo. Insomma, nulla da paragonare a quando per Obama cantarono Stevie Wonder, Jay Z, Beyoncé, Alicia Keys, Mariah Carey e Mary J. Blige. Addirittura, il nuovo presidente è stato criticato da qualche celebrità, Meryl Streep ricevendo il premio alla carriera durante i Golden Globes lo ha accusato di aver imitato, umiliandolo, un reporter disabile. Ma cosa succederà domani, all'insediamento? Cantanti o celebrità, in fondo, fanno solo parte della scenografia. Domani mattina, orario americano, le famiglie di Trump e del suo vice Mike Pece parteciperanno a un servizio religioso presso la chiesa episcopale di St. John, a pochi passi dalla Casa Bianca, poi Trump e la first lady Melania (che non vivrà col marito. Sarà il primo caso nella storia americana in cui vi sarà una potente first daughter, perché la figlia Ivanka sarà una delle consigliere più importanti del padre) prenderanno il the con gli Obama, cercando con ogni probabilità di nascondere le forti tensioni esistenti per amor del protocollo, prima di recarsi tutti insieme in Campidoglio. A mezzogiorno, dopo Pence, Trump reciterà il giuramento davanti al presidente della Corte suprema John Roberts e pronuncerà il suo discorso inaugurale, atteso perché sarà, come sempre, una sorte di manifesto programmatico di quanto si vuol fare in quattro anni. Trump ha già detto che sarà breve, a imitazione di Washington, che usò solo 135 parole. La giornata poi sarà ancora lunga, col pranzo offerto dal Congresso al Campidoglio, la parata di ottomila persone sino alla Casa Bianca lungo Pennsylvania Avenue, infine in serata le famiglie Trump e Pence faranno la loro apparizione in tre dei numerosi balli organizzati in città. E poi, riposti lustrini e celebrazioni, si comincerà a far sul serio. Anche se viste le premesse e il clima infuocato della campagna elettorale e con Obama, non sorprenderebbe se anche domani fosse battaglia e non solo una cerimonia formale.
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