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Cronaca
16.03.2017 - 17:300
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40

Olanda, dove vicono e perdono tutti. L'effetto Erdogan premia Rutte e i verdi di sinistra. Wilders comunque cresce, e gli antirazzisti...

Risultato difficile da commentare, con i laburisti unici veri perdenti. Il fronte populista non scalza il premier.. Marchesi, "firmerei per sconfitte così", il giornalista anti-Brexit è "un po' più tranquillo"

BRUXELLES - Il mondo guardava l'Olanda, andata ieri al voto. Un rinnovo di cariche storico, e lo percepivano anche gli olandesi, che si sono recati alle urne in grande quantità, con un'affluenza di ben l'81%. Un momento cruciale anche per l'UE, perché la possibile vittoria dei populisti di estrema destra del Partito per la Libertà (PVV) di Geert Wilders avrebbe avuto conseguenze sull'assetto europeo. Wilders ha infatti affermato a più riprese che l'Unione Europea è destinata a scomparire in pochi anni. Cosa è successo, dunque? Wilders non ha ottenuto la maggiorana, però il suo partito ha fatto un netto passo avanti, divenendo il secondo più forte, con 20 seggi, 5 in più rispetto a prima. Si conferma leader Mark Rutte, liberale, che però perde più del 5% e 13 seggi. L'attenzione di tutti era catalizzata su Wilders e Rutte, ma i veri sconfitti delle elezioni sono i socialisti, con un crollo clamoroso, passando da 38 seggi a 9. Viceversa, risultato incredibile per i verdi di sinistra, che quadruplicano i loro rappresentanti e diventano senza dubbio leader della sinistra. Nati alla fusione di comunisti, socialisti pacifisti, radicali e evangelici, non ha mai fatto parte di una coalizione di governo ed è fortemente europeista. Il contrario, insomma, del partito di Wilders. Da notare anche come per la prima volta un partito antirazzista entra poi in un parlamento europeo. Si tratta di Denk, che ha conquistato 3 seggi: è stato fondato da due turco-olandesi ex laburisti, e il dato non può passare inosservato dopo le polemiche con la Turchia degli ultimi giorni, quando si è impedito ai ministri turchi di entrare nel paese. Ma alla fine, chi ha vinto? Tutti e nessuno, si potrebbe dire. Wilders fallisce la scalata ma cresce. Rutte conserva il suo ruolo, però perde consensi, e creare una coalizione di governo sarà difficile. Gli olandesi hanno votato per chi non vuole l'UE e contemporaneamente per chi la sostiene, vedi i verdi di sinistra, hanno dato fiducia al vecchio e al nuovo assieme, hanno fatto crescere la destra populista premiando anche chi è contro il razzismo. "I media dicono che Wilders ha perso, beh, a sconfitte del genere ci metto la firma! L'UE è al capolinea!", ha postato su Facebook il presidente dell'UDC Piero Marchesi, che ovviamente parteggiava per Wilders. Marcello Foa, nell'analizzare la situazione, spiega come a suo avviso quanto successo con Erdogan, se apparentemente avrebbe dovuto favorire la destra, in realtà è stata una freccia nell'arco di Rutte. "È stato il premier uscente Rutte a capitalizzare l’effetto Erdogan per due ragioni. La prima: è stato il suo governo a vietare ai ministri turchi la possibilità di fare un comizio in piazza a Rotterdam e a tenere il punto con fermezza. Il messaggio lanciato agli elettori era esplicito: vedete? Non è solo Wilders a opporsi all’Islam più estremo, quando si supera il segno anche noi abbiamo gli attributi", ha commentato sul suo blog, aggiungendo che gli olandesi, come popolo, tendono a compattarsi, e lo hanno fatto a favore di Rutte. Per altri, l'affluenza al voto maggiore rispetto alle previsioni ha annullato quanto previsto dai sondaggi pre elettorali. Molti i giovani ad andare a votare, e per il giornalista olandese Geert Linnebank, attivista anti-Brexit che vive a Londra da diversi anni, questo ha dato una mano ai verdi di sinistra. "Le tensioni degli ultimi giorni tra Olanda e Turchia hanno favorito Rutte, la partecipazione è stata molto alta, in particolare da parte dei giovani, che hanno paura di Wilders, e sono stati sedotti dai verdi di sinistra, i quali hanno quadruplicato i seggi", ha detto, dichiarandosi un po' più tranquillo, dato che "il populismo esiste ma è circoscritto. Sappiamo chi sono e forse hanno raggiunto il limite". Il futuro non sarà semplice, aggiunge, “formare un governo sarà difficile: c’è stato uno spostamento verso il centro-destra, ma i liberali di Rutte con i cristiano-sociali e i liberali centristi otterrebbero solo 69 seggi quando ce ne vogliono 76 per governare. Una partecipazione dei laburisti, i grandi perdenti di oggi, sembra davvero molto difficile". Ecco, gli unici ad aver perso davvero sono loro. Sui vincitori, si potrà discutere a lungo. Gli europeisti, in ogni caso, esultano: un pericolo per l'UE è stato parzialmente evitato. La prossima partita sarà in Francia, con le destre di tutto il continente che tifano Le Pen.
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