“Se ne parla molto a livello di società che cercano di impiantarsi con delle loro ditte private, ma è un’altra cosa. Io lancio la palla al Capo del Municipio chiedendo se è d’accordo col fatto che il suicidio assistito è un diritto, indipendentemente dalla questione dell’insediamento di varie società che svolgono questa attività. Su queste si può discutere, dovrebbe essere il Cantone a legiferare, ma vedo che vuole scappare sul tema. Rimane la questione di principio. Il Gran Consiglio ha detto no, a maggioranza, al fatto che si possa ricorrere alla dolce morte negli istituti di proprietà cantonale, ma le case anziani sono di proprietà del comune, e potrebbe garantire il diritto. Bisogna però discutere sul fatto che sia un diritto. Probabilmente non c’è nessuno che lo chiede per 10 anni, oppure ci sarà un caso domani, non lo sappiamo. Voglio rilanciare la palla nel campo della discussione sull’applicazione del principio, dato che gli enti pubblici scappano”.