CRONACA
Tre democentristi sulle assunzioni TILO. "Tra lo svizzero Peter e l'italiano Salvatore, scelgono quest'ultimo perché si forma in meno tempo: Consiglio di Stato, fai qualcosa?"
La formazione per un macchinista in Svizzera dura 14 mesi, per un frontaliere solo 6. "Inoltre cambierà il direttore, sarà perlomeno qualcuno che vive nel nostro paese?"
BELLINZONA – Vuoi fare il macchinista su un treno TILO? Ebbene, per arrivarci serve una formazione, che però è diversa a seconda della provenienza del candidato. Un sistema che discrimina gli svizzeri.

Come scrivono in un’interrogazione i demo centri Filippini, Pinoja e Galeazzi, i percorsi differenti, così come la loro lunghezza. Fanno due esempi concreti, per meglio spiegare.

“Peter (nome di fantasia) frequenta la scuola FFS che prevede una formazione continua di ca. 9 mesi. Alla fine di questo percorso è stato formato e viene riconosciuto come macchinista di categoria B. Peter può lavorare sulla tratta svizzera, ma non può lavorare con TILO sulla tratta italiana fino a Milano Centrale e/o Malpensa; decide quindi di frequentare la scuola per ottenere la patente italiana che dura 5 mesi per raggiungere il suo scopo, sempre che venga organizzata una classe da mandare in formazione. In totale Peter per lavorare sulla tratta CH-IT deve mettere in conto una formazione di 14 mesi ( 9 mesi cat.B CH + 5 mesi IT)”. Questo per un candidato svizzero.

Invece, “Salvatore (nome di fantasia) è macchinista presso Trenitalia. Il suo certificato che gli permette di lavorare in Italia non è legato alla sua persona, ma all’azienda che l’ha formato e che gli dà da lavorare. Va sa sé che se il macchinista, di per sé già formato per l’Italia, volesse lavorare per TILO, dovrebbe fare solo la scuola FFS di 5 mesi per poter operare in Svizzera e il certificato per poter circolare in Italia (dato che questo era legato alla vecchia azienda). Salvatore quindi con una formazione di 6 mesi c.a ( 1 mese IT per riottenere il certificato che in CH è solo patente + 5 mesi per la CH) può lavorare su entrambi i territori.”.

Ne consegue che, se TILO ha la necessità di ingaggiare dei macchinisti in tempi brevi, opterà per un frontaliere, che è a disposizione più in fretta. Addirittura, secondo informazioni dei democentristi,  “TILO ha annunciato a tutti i dipendenti l’avvio lunedì 3 aprile, cioè oggi, di una nuova classe per macchinisti come quella di Salvatore. Ben 9 macchinisti già in possesso della patente italiana (!!!) proseguiranno la loro formazione per lavorare su suolo svizzero al centro FFS di Bellinzona. Una formazione a tempo pieno della durata di 6 mesi con conclusione a settembre 2017”.

Le domande poste al Consiglio di Stato sono dunque:

"1. Dovremo aspettarci sempre più scuole per macchinisti come quella di Salvatore dalla società TILO?

2. Non ritiene l’On. Consiglio di Stato di doversi fare portavoce presso le FFS per sopprimere la scuola per macchinisti come quella di Salvatore e puntare solo ed esclusivamente – quale società di pubblica utilità – sulle scuole come quella di Peter?

3. Quante corse sono guidate da macchinisti TILO con deposito in Svizzera (Chiasso o Bellinzona)?

4. Quanti treni TILO fanno la propria corsa fino a Milano? E quanti di questi sono guidati da macchinisti interoperabili TILO con deposito Chiasso o Bellinzona?

5. L’On. Consiglio di Stato è a conoscenza di chi subentrerà alla Direzione di TILO? Il futuro sostituto è di nazionalità Svizzera o perlomeno vive in Ticino?”

Un quesito, il quinto, che sembra un eco della polemica nata per il caso del primario frontaliere all’EOC.

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