“Patti Chiari” è andato ancora da Crotta, che, come nel servizio precedente, ha accettato di aprire le porte della sua ditta. Come prevedibile, ha negato tutti gli addebiti, a partire da prodotti non ticinesi, sino al lavoro in nero. Ha spiegato di alzare ogni tanto la voce quando i dipendenti non lavorano come vuole, ma sempre nel rispetto. Ha tolto qualche franco dalla busta paga a seguito di lavori eseguiti male a mo’ di monito, e sui certificati di infortunio, ha voluto precisare come qualcuno in malattia al 50% si sia offerto di lavorare tutto il giorno perché consapevole di non rendere effettivamente al 50% ma senza fare lavori pesanti. Riguardo le buste paga, ha detto di aver tolto una volta il costo di un permesso, un giorno di salario dopo che un dipendente si era messo in malattia tramite un medico italiano senza avvisare. “Ti hanno detto che ho tirato via 300 franchi dopo aver sbagliato dieci volte? Sì, almeno la prossima volta non sbagli più”, ha aggiunto, invitando il giornalista a confrontarsi di fronte al sindacato.