Il pirata della strada che ha ucciso Andrea Tamborini a Sigirino dovrà restare in carcere almeno fino al 15 febbraio. Secondo il giudice Claudia Solcà potrebbe mettere a rischio la sicurezza di altre persone
L’uomo verrà inoltre sottoposto a una perizia psichiatrica. Solo le indicazioni del perito permetteranno di valutare, come misura sostitutiva dell’arresto, l’eventualità di un trattamento stazionario per curare la dipendenza dall’alcol
LUGANO - L’autore dell’incidente mortale di Sigirino nel quale ha perso la vita il 36enne Andrea Tamborini, dovrà rimanere dietro le sbarre almeno fino al 15 febbraio. Lo ha reso noto ieri sera il Quotidiano della RSI.
Il giudice dei provvedimenti coercitivi Claudia Solcà ha infatti accolto l’istanza di proroga della carcerazione preventiva chiesta dal procuratore capo Nicola Respini. Secondo Solcà esiste tuttora un concreto pericolo di recidiva. Il 36enne italiano, accusato di omicidio intenzionale, potrebbe dunque mettere nuovamente a rischio la sicurezza delle persone: sia al volante, sia con atti violenti di altra natura.
L’uomo verrà inoltre sottoposto a una perizia psichiatrica. Solo le indicazioni del perito permetteranno di valutare, come misura sostitutiva dell’arresto, l’eventualità di un trattamento stazionario per curare la dipendenza dall’alcol di cui l’imputato, difeso da Yasar Ravi, è affetto. In pratica quell’uomo è una mina vagante.
Il pomeriggio del 10 novembre, quando sulla A2 provocò la morte di uno scooterista del Luganese, il conducente era ubriaco fradicio e nelle ore precedenti aveva già rischiato più volte di provocare incidenti. Inoltre il 36enne era appena uscito dalla Clinica psichiatrica di Mendrisio dopo un ricovero volontario.
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