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Cronaca
05.09.2018 - 13:480

"La mia ex moglie ha costruito un castello di accuse". La difesa di Clemente Wicht

Secondo l'ex presidente democentrista, in carcere, "vuole ricavare il più possibile dalla vertenza di divorzio. E non ci sono debiti"

BELLINZONA – Almeno 7 milioni sottratti, di volta in volta, in contanti all’ex moglie, di cui gestiva i beni, oltre che ad un cliente e a una contabilità non tenuta nonostante i debiti. La situazione di Paolo Clemente Wicht, ex presidente dell’UDC in carcere, non sembra rosea. Lui però si difende, e accusa la donna di aver costruito un castello di bugie per poter ricavare il più possibile dal divorzio.

Lo fa tramite il suo legale, con un comunicato stampa.

“Paolo Clemente Wicht risponde dal carcere della Farera, dove le sue possibilità di difesa sono ridotte al minimo indispensabile, agli attacchi mediatici orchestrati dalla sua ex moglie e tendenti a minare la sua dignità e reputazione", inizia la nota.

“Nel merito delle notizie diffuse più recentemente, il signor Wicht informa che il cliente a cui si fa riferimento non ha subito nessuna perdita finanziaria e la questione è già stata chiarita ad inizio inchiesta con prove e documenti”: quindi, niente debiti.

“Per il resto delle accuse si tratta di un castello costruito ad arte dalla ex moglie per poter ricavare il più possibile dalla vertenza di divorzio in corso da due anni. Tutti i flussi finanziari oggetto di indagini (in particolare i menzionati prelievi a contanti) sono riconducibili a spese familiari sull’arco di numerosi anni e ad importanti investimenti della coppia che hanno portato il patrimonio immobiliare e mobiliare comune ad oltre 20 milioni di franchi”.

“Paolo Clemente Wicht è presunto innocente e si dichiara tale, restando fiducioso che tutta la verità su questa vicenda privata (che avrebbe dovuto restare semmai solo nelle competenti sedi giudiziarie civili), verrà presto a galla”.

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