CRONACA
Assalto all'idrossiclorichina ticinese? "No, ma a marzo si è dovuta contingentare. E forse causa danni..."
Il farmacista cantonale nega che molti italiani vengano in Ticino a procurarsi il farmaco: "A luglio e agosto siamo tornati su livelli normali a cui ci eravamo abituati prima dell’arrivo della pandemia”

BELLINZONA – Nessun assalto di cittadini italiani all’ idrossiclorochina? Non adesso. A smentire quanto riportato stamattina da Repubblica, ovvero che il farmaco che Trump e Bolsonaro hanno consigliato contro il Covid (non si sa ancora se sia efficace  no) non è più autorizzato in Italia, spingendo gli italiani a venire in Ticino a comprarlo.

 “Sulla base delle cifre di vendita, i prodotti a base di idrossiclorochina sono tornati ai loro valori pre-COVID. Avvertito della questione, sono tornato a controllare i dati sugli ultimi dodici mesi. Ecco, effettivamente in marzo avevamo registrato un netto aumento, ma a luglio e agosto siamo tornati su livelli normali, sui livelli appunto a cui ci eravamo abituati prima dell’arrivo della pandemia”, ha detto al Corriere del Ticino il farmacista cantonale Giovam Maria Zanini.

A marzo se ne vendeva talmente tanta che Zanini stesso era stato costretto a inserire un contingentamento, perché i malati cronici che lo usavano per motivi diversi dal Covid, rischiavano di avere carenza.

 E oltretutto non si sa nemmeno se sia efficace o se, ipotesi che si è fatta più insistente nei mesi, sia addirittura pericolosa “Certi studi hanno sottolineato un aumentato tasso di mortalità legato all’utilizzo dei prodotti a base di idrossiclorochina, specie se abbinati a un antibiotico. Difficile fare valutazioni di questo tipo. Non si possono escludere effetti collaterali, addirittura danni”, ha spiegato Zanini,

 

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