CRONACA
Il federalismo e la forza del commercio per gli americani la base della Svizzera che ora "è uno dei paesi più colpiti al mondo dal Covid"
La rivista Foreign Policy esamina il caso svizzero: le misure restrittive sono state allentate in fretta dopo la prima ondata e adesso quelle emesse sono tra le meno severe d'Europa

BERNA – Noi, un caso unico da sempre, mai coinvolti in guerre o vittime di attentati terroristici, mai realmente troppo toccati dalle crisi finanziarie, un unicum. Così la rivista statunitense Foreign Policy vede la Svizzera. Ma adesso qualcosa è andato storto: non solo la seconda ondata di Covid ha colpito, ma ha reso il nostro Paese quello con la situazione più grave al mondo dopo la Repubblica Ceca.

I motivi? La rivista li ha analizzati. Prima di tutto, non volere misure troppo restrittive. Dopo la prima ondata, la Svizzera ha allenato in fretta le misure, riaprendo bar, ristoranti e club prima di altre nazioni, revocando il divieto a manifestazioni con più di mille persone. Adesso, le misure applicate sono le meno restrittive d’Europa.

Per la rivista, uno dei motivi è il federalismo, il fatto che Berna abbia concesso di nuovo ai Cantoni la responsabilità eventualmente di chiudere.

Un altro è che adottare misure restrittive non è nel modus operandi di un paese privo di risorse naturali e con pochi terreni coltivabili, che dunque si è sempre basato sul commercio. Uno stato centrale definito debole e la prevalenza del commercio porta Foreign Policy a parlare di poca protezione dell’occupazione e di un dominio di partiti pro businnes. Gli svizzeri, spiega, hanno successo grazie a liberalismo di mercato, conservatorivismo fiscale e etica del lavoro e ora sono più preoccupati per le conseguenze economiche della pandemia che per quelle sanitarie.

Dunque, non stupisce che Maurer dica che non ci si può permettere un secondo lockdown e nessun partito faccia realmente pressione per metterlo in atto.

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