CRONACA
"No ad altre misure restrittive per le stazioni sciistiche"
Fabio Regazzi: "Non dobbiamo farci influenzare dall'estero. Le stazioni turistiche hanno già i piani di protezione"

BERNA – Il Consiglio Nazionale ha detto no a “condizioni impraticabili per le stazioni sciistiche che rischiano di mettere in ulteriore difficoltà le regioni di montagna, minacciandole nella loro stessa esistenza”. Lo ha detto oggi in aula il consigliere nazionale UDC Thomas Matter a nome della maggioranza della Commissione dell’economia e dei tributi della Camera del popolo.

“Le stazioni turistiche – dice – hanno già un piano di protezione. Non c’è bisogno di andare oltre”. Parere, questo, condiviso anche da Fabio Regazzi (PPD), secondo il quale “non dobbiamo farci influenzare dall’estero. Ulteriori restrizioni sarebbero fatali per il settore turistico”.

In un incontro con i media, l’alleanza, di cui fa parte anche la presidente del PLR Petra Gössi, ha affermato di non capire “quale differenza ci sia tra un tram o un autobus al completo e una cabinovia al completo”. Secondo questi parlamentari, nella maggior parte dei casi la permanenza in una cabinovia è molto più breve rispetto a quella in un tram o in un autobus.

La responsabilità è delle imprese turistiche, che hanno il dovere di applicare “senza eccezioni e rigorosamente i dispositivi di protezione”.

Chi invece si trova in disaccordo è il PS, che ritiene invece che “la Svizzera ha bisogno della riduzione del numero di casi, non di esibizione. Il comportamento della destra è irresponsabile, tanto assurdo quanto ipocrita. "La Svizzera è diventata un focolaio di pandemia proprio perché abbiamo anteposto il profitto alla salute”, si legge nel comunicato dei socialisti.

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