La Società Cooperativa Paso (Coopaso) ha sempre organizzato eventi gratuiti, quello del 2020 sarebbe stato il primo a pagamento per rientrare di alcuni debiti: non è stato ovviamente possibile organizzarlo e sul futuro ci sono solo punti di domanda
BELLINZONA - Problemi economici, impossibilità di organizzare eventi ed anche scoramento: Coopaso getta la spugna, a causa (anche se non solo) del Covid. La Società Cooperativa Paso (Coopaso) ha promosso, oltre al festival blues bellinzonese, ben 500 eventi sempre gratuiti, ma ora abbandona la scena, anche se l'augurio è che si tratti di qualcosa di momentaneo.
"La precarietà finanziaria che sempre ha accompagnato la nostra attività ci ha portato a una situazione di stallo dalla quale contavamo di uscire proprio con il festival 2020, il quale avrebbe previsto, per la prima volta, un’entrata a pagamento. Ciò non è stato possibile, di conseguenza è scemata anche la speranza di recuperare parte delle perdite cumulate che sono andate ad erodere il capitale dei soci", si legge in una scoraggiata nota. Infatti, "la pandemia in corso non solo ci ha costretto ad annullare il festival Bellinzona Blues previsto a giugno di quest’anno (peraltro già in fase avanzata di organizzazione) e a limitarci nell’organizzazione di eventi “minori”, ma ci impedisce, considerata l’incertezza del momento, anche di pensare al prossimo festival ed eventi collaterali per il 2021".
E poi "all’aspetto finanziario si sono poi aggiunti anche la stanchezza e lo scoramento del gruppo di lavoro Coopaso, tutti volontari non retribuiti, di fronte all’impossibilità di prevedere una ripresa delle attività, nonché alle preannunciate dimissioni di 3 membri del comitato, che avrebbero dovuto concretarsi con la prossima assemblea. Gestire e organizzare un festival come Bellinzona Blues, conosciuto ben oltre i confini nazionali, è un impegno immensoche ripaga con tante soddisfazioni ma che comporta un coinvolgimento importante sia in termini di “risorse umane” (al gruppo Coopaso si aggiungono i numerosi volontari necessari durante gli eventi) che in termini finanziari. A differenza di altre realtà simili, il nostro evento principale era reso possibile esclusivamente grazie al sostegno di generosi sponsors e dall’impegno gratuito di numerosi volontari ma non poteva contare su un’entrata a pagamento (scelta condivisa anche dal Municipio di Bellinzona che vedeva nel festival un evento “popolare” aperto a tutti e un momento di socializzazione). Una scelta quest’ultima che purtroppo a lungo termine non è stata pagante, nel senso stretto e metaforico del termine".
Dunque, giù il sipario, con "un comunicato stampa che non avremmo mai voluto scrivere. Eccoci quindi a comunicarvi che una storia, una bella storia, durata quasi 10 anni (la cooperativa è stata fondata l’11.04.2011) è purtroppo giunta al capolinea. Un capitolo si chiude con tanta tristezza ma con la consapevolezza di aver fatto grandi cose e di aver regalato tanta musica di qualità al nostro pubblico. (...) Sono tante le energie investite in questi progetti per dare spazio alla musica live e dopo 10 anni alcune risorse vengono a mancare. Per diversi motivi: dalla stanchezza alle motivazioni, dai cambi di visione ai motivi più personali fino alle questioni meramente finanziarie. È altresì importante capire quando è il momento di lasciare per non trascinare a tutti i costi un carro senza ruote e raggiungere con sempre più fatica un traguardo".
Prima dei ringraziamenti, anche al Municipio di Bellinzona, una speranza. "Un libro ha più capitoli e noi ne abbiamo concluso uno. Lasciamo quindi tutto questo con la speranza che una nuova storia possa partire, magari prendendo anche qualche insegnamento da questo momento storico dove una pandemia globale ha stravolto attività, abitudini e quegli aspetti della vita quotidiana e anche culturale, ormai dati per scontati. Sicuramente faremo tesoro delle esperienze accumulate in questi anni e cercheremo di trarre nuovi stimoli anche da questa situazione pandemica che, volenti o nolenti, ha cambiato le regole del gioco. E chissà che in un futuro prossimo, magari con nuove forze, non si possa cominciare a scrivere le prime pagine di una nuova avventura".