CRONACA
Sarà forse estradato in Italia l'operaio comunale del Luganese in manette per coinvolgimento con la mafia
Il primo interrogatorio dell'uomo risale a quasi un anno fa, quando ammise i buoni rapporti col boss Anello, negando però un ruolo negli interessi della cosca. Le manette sono scattate il 15 giugno a Grancia

GRANCIA - Associazione mafiosa e trasferimento fraudolento di valori: sono le accuse che hanno portato all'arresto di un 60.enne martedì 15 giugno a Grancia. Avrebbe collegamenti con la mafia calabrese, tramite il boss Rocco Anello.

Interrogato dalla Polizia, aveva ammesso i buoni rapporti con Anello, negando un legame con la 'ndrangheta. Era la notte tra il 20 e il 21 luglio del 2020, la Polizia lo aveva interrogato. Il fermo è scattato quasi un anno dopo, su richiesta dell'Ufficio federale di giustizia, Settore estradizioni. In manette, oltre a lui, un uomo nel Canton Argovia (sarebbe il fratello).

Il 60enne è un operaio comunale. Secondo le carte, si occupava dell’approvvigionamento di armi per conto della cosca Anello-Fruci, importandole dalla Svizzera. E sempre nel nostro Paese si occupava degli interessi economici del gruppo. 

Sarà probabilmente estradato in Italia.

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