CRONACA
Ducry ricorda Falcone a 30 anni dalla strage di Capaci: "Grazie per ciò che mi hai insegnato"
E ai trentenni di oggi dice: "Siate donne e uomini profondamente liberi nell’essere e non nell’apparire"

LUGANO – L’ex procuratore pubblico Jacques Ducry rende omaggio oggi sulla Regione a Giovani Falcone, nel trentesimo anniversario della strage di Capaci, costata la vita al magistrato, a sua moglie Francesca Morvillo e agli uomini della scorta: “Non scorderò mai gli sguardi intensi, parlanti di Giovanni, i suoi sorrisi espressivi, la sua lucidità intellettuale come pure la sua joie de vivre…”, scrive Ducry, ricordando l’intesa collaborazione che ebbe con il collega siciliano durante le inchiesta anti mafia sull’asse Palermo-Lugano.

 

“Giovanni Falcone – prosegue Ducry - si appoggiò, tramite numerose rogatorie, sui nostri uffici giudiziari, rappresentati da Paolo Bernasconi, Carla del Ponte, Giordano Zeli, Claudio Lehmann e da chi scrive: le nostre perquisizioni e sequestri bancari, le varie audizioni di prevenuti e testimoni e altri atti istruttori, hanno permesso all’istruttoria palermitana e alle conseguenti sentenze di portare alla mafia siciliana e a tutti i suoi supporti un colpo durissimo che fu la causa, il 23 maggio 1992, dell’assassinio di Giovanni Falcone, preceduto e seguito da altri sanguinosi crimini”.

 

Si rivolge poi a coloro che nacquero nell’anno delle stragi - prima Capaci, poi Via D’Amelio, dove venne ucciso Paolo Borsellino - e che oggi hanno trent’anni: “Mi rivolgo a Voi, giovani dalle belle speranze, che siete oggi non solo a Palermo ma ovunque, di leggere, documentarvi, studiare, dibattere, confrontarvi guardandovi negli occhi, accantonando le paure, il gretto desiderio del facile denaro, gli egoismi, la malsana concorrenza e gli smartphone: siate donne e uomini profondamente liberi nell’essere e non nell’apparire! Vi lasciamo una testimonianza per potere dare al concetto di Giustizia tanta più concretezza possibile”.

 

Infine, le parole rivolte direttamente a Falcone: “Grazie di cuore per tutto ciò che mi hai insegnato, che abbiamo condiviso e che io, umilmente, ho tentato di applicare nel mio percorso esistenziale”.

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