CRONACA
Truffe con bancomat, due arresti nel mendrisiotto
Un 46enne e una 39enne, entrambi italiani, sono stati trovati in possesso di 67 tessere bancarie svizzere. Le vittime sono in particolare frontalieri, per questo si ipotizza che la sottrazione avvenga nella vicina penisola
TiPress/Alessandro Crinari

MENDRISIO - Il Ministero pubblico, la Polizia cantonale e l'Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC) comunicano che il 16 novembre scorso sono stati arrestati un 46enne e una 39enne, entrambi italiani residenti in Italia, sospettati di aver preso parte a una truffa con tessere bancomat.

Il raggiro prevede che dapprima i malviventi si impossessino abusivamente di tessere bancarie inviate per posta ai destinatari in sostituzione di quelle scadute; dopodiché risalgono al numero di telefono delle vittime, e tramite attività di ricerca su internet indagano sulle stesse per raccogliere le informazioni di base necessarie per procedere con l'attacco. Nella seconda fase i truffatori si muovono per spingere le vittime ad azioni che violano le pratiche di sicurezza, come rivelare informazioni sensibili o concedere l'accesso a risorse critiche.


Nel caso concreto, tramite contatti telefonici in cui si spacciano per collaboratori della banca, riescono a carpirne la fiducia millantando problemi legati alla tessera bancaria, inviando poi un sms con un link da cliccare. Link che collega all'esatta copia del portale bancario di riferimento, dove inserire i vari dati, tra cui il codice PIN. In questo modo risalgono alle informazioni di sicurezza per effettuare i prelevamenti illeciti dai bancomat.

Le due persone poste in arresto, grazie all'intensa attività investigativa messa in campo dalla Polizia cantonale in base a una segnalazione di un istituto di credito, si occupavano di quest'ultima mansione. Sono state fermate dai collaboratori UDSC presso il valico di Chiasso Brogeda e la perquisizione della vettura con targhe italiane su cui si trovavano, ha portato al rinvenimento di 67 tessere bancarie emesse da banche svizzere. 

Gli accertamenti finora effettuati hanno permesso di stimare la refurtiva sottratta in alcune decine di migliaia di franchi. Le vittime accertate sono in particolare frontalieri e questo porta a ipotizzare che la sottrazione delle tessere avvenga nella vicina penisola. Le ipotesi di reato nei loro confronti sono di ripetuta truffa, ripetuta appropriazione semplice e ripetuto abuso di impianto per l'elaborazione di dati. L'inchiesta è coordinata dalla Procuratrice pubblica Valentina Tuoni. Dati gli accertamenti in corso, non verranno rilasciate ulteriori informazioni.

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