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Cronaca
28.12.2022 - 18:030

"Di Giorgio mi manca il divertimento quando scrivevamo"

In occasione del ventennale della scomparsa di Gaber, il ricordo affettuoso e pungente di Sandro Luporini, per un trentennio co-autore del teatro canzone gaberiano

VIAREGGIO - Per un trentennio è stato l’altra metà artistica di Giorgio Gaber. Sandro Luporini, oggi 92enne, è infatti il co-autore degli spettacoli del teatro canzone dell’artista milanese. Monologhi e canzoni che hanno lasciato un segno indelebile nella cultura italiana del ‘900. Capolavori, che come tutti i capolavori, resistono al tempo, passando di generazione in generazione.

Il primo gennaio saranno vent’anni dalla morte di Gaber e, per ricordare l’amico, Luporini ha rilasciato una lunga intervista al Venerdì di Repubblica 

“Con Giorgio - ricorda - era un continuo parlare, parlare, parlare. C'era sempre della roba da masticare. Ora, anche con gli amici, discuto poco, sono un po' ritirato a dormire e basta”.

Tante parole, qualche incazzatura, ma nessun litigio: “Quando convertiva qualcosa col metro dell'ottimismo io mi incazzavo, ma non si litigava. Per esempio mi ha cambiato il finale di Non insegnate ai bambini. Io avevo scritto "Ma se proprio volete insegnate soltanto il silenzio e l'assenza". Giorgio mi disse che gli sembrava troppo disastroso e pessimistico e lo sostituì con "Raccontategli il sogno di un'antica speranza”".

 Nessun dubbio sulla canzone migliore scritta insieme (ed è difficile dargli torto: “Il dilemma perché sono un dilemmista. È la canzone più bella che abbiamo scritto anche se poco commerciale”.

 Ma Luporini si pente di qualche canzone scritta: “La marcia dei colitici. Sono un po' rimette del cazzo, una specie di bravura tecnica quasi alla Mogol. Non mi piace”.

 Ma al capitolo “pentimenti” ci sono anche due brani tra i più conosciuti del repertorio di Gaber: la libertà e destra/sinistra.

“Mi son pentito molto per quel "libertà è partecipazione". Ricordo che sentii, in periodo craxiano, una camionetta che faceva propaganda elettorale e che diceva "Andate a votare!", e come sottofondo c'era quella nostra canzone. Allora pensai: porca miseria, mi son spiegato male. La libertà è stata interpretata come dire "andate a votare", ma io nemmeno ci andavo a votare, figuriamoci. Avrei dovuto scrivere "la libertà è spazio d'incidenza". Se tu puoi incidere nel mondo hai una libertà che ha senso. Solo che in una canzone scrivere "libertà è spazio d'incidenza" suona malissimo. Oddio, come metrica ci sta pure…». Quindi la libertà non è partecipazione? “No”.

 Quanto a “Destra/sinistra”, spiega Luporini “è conformista. Sembrerebbe quasi che la canzone voglia dire che non ha senso parlare di destra e sinistra, e invece oggi come oggi è la cosa che ha più senso di tutto”.

Infine, un ricordo più personale dell’amico Giorgio e sulla sua assenza: “Quando scrivevamo le nostre cose ci divertivamo. Mi manca il divertimento”.

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