CRONACA
Allarme tra i giovanissimi: "Siamo schiavi della tecnologia ma non possiamo farne a meno"
In una serie di giornate dedicate alle nuove tecnologie alla scuola media di Camignolo è stato chiesto ai ragazzi di restare senza cellulare per due giorni ed è emersa una profonda difficoltà. La docente: "Gli effetti di tutto ciò si vedono a lezione

CAMIGNOLO - Una realtà probabilmente comune a molte classi e a tantissimi adolescenti, che però non può non impressionare e colpire. La scuola media di Camignolo ha proposto, nell'ambito di una serie di attività legata alla prevenzione e all'uso della tecnologia, due giorni senza cellulare. Ed è emerso che ai ragazzi mancava addirittura un braccio.

Alle giornate dedicate al tema, svoltasi a dicembre, hanno partecipato anche Radix, una associazione impegnata nella realizzazione di attività che promuovono il benessere psichico, la prevenzione da consumi a rischio e la prevenzione dalle diverse forme di dipendenza, e il Gruppo visione giovani della Polizia cantonale. Dopo aver parlato di dipendenze e cyberbullismo, il piatto forte sono stati i giorni di disconnessione, che hanno messo a dura prova i giovanissimi della terze medie.

I docenti hanno suggerito loro attività alternative, come ascoltare musica da dispositivi diversi dal cellulare e senza video o usare il telefono fisso per chiamare. E nelle ore che di solito si usano per scrollare i social, di leggere, per esempio.

Dai resoconti dei ragazzi è emerso che in prevalenza usano Instagram e Tik Tok, anche se spesso non pubblicano video per paura di essere presi in giro, Snapchat, Youtube e Whatsapp. Facebook non è più un social per giovanissimi, a questo punto.

Tanti di loro si sono resi conto di essere schiavi della tecnologia, di saperlo ma di non poterne fare a meno. 

"Non siamo specialisti, ma vediamo che ci sono degli effetti su di loro. Si nota che a lezione sono più agitati, si concentrano meno. Sono più attratti dalle immagini e dalla musica", è il commento di una docente di storia e geografia a La Regione. 

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