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Cronaca
28.03.2023 - 08:440

Addio a Gianni Minà, il giornalista delle grandi interviste

Memorabili quelle a Fidel Castro, Maradona, Muhammad Alì, De Niro, ai Beatles e Gabriel Garcia Marquez. In sessant’anni di carriera si distinse per essere una voce sempre fuori dal coro, senza seguire copioni

ROMA - Lutto nel mondo del giornalismo. Dopo una breve malattia cardiaca, si è spento a 84 anni Gianni Minà, noto giornalista e conduttore televisivo. Ad annunciarne la morte il suo profilo Facebook.

Nato a Torino nel 1938, iniziò la carriera da giornalista nel 1959 a “Tuttosport”, per poi debuttare in Rai on occasione delle Olimpiadi di Roma del 1960 con la realizzazione di diversi servizi sportivi. In seguito si occupò di documentari ed inchieste per numerosi programmi di sport.

Minà seguì inoltre le cronache di otto mondiali di calcio, sette olimpiadi, e di decine di campionati mondiali di pugilato, fra cui quelli di Muhammad Ali sul quale scrisse anche un libro.

Nel ’76 fondò con Renzo Arbore e Maurizio Barendson “L’altra domenica” e venne assunto al Tg2, allora diretto da Andrea Barbato. Nel 1981 vinse il “Premio Saint Vincent” come miglior giornalista televisivo dell’anno. Collaboratore di Giovanni Minoli a “Mixer”, debuttò come conduttore del programma di Raidue “Blitz”, di cui fu anche autore, e nel quale ospitò personaggi del calibro di Eduardo De Filippo, Federico Fellini, Jane Fonda, Enzo Ferrari e Gabriel Garcia Marquez.

Memorabili le sue interviste ai grandi personaggi: dallo sport al mondo del cinema, dalla politica alla musica, all’attualità, e spesso ricche di aneddoti curiosi. A renderlo famoso in tutto il mondo, nel 1987,  la storica intervista, di sedici ore, a Fidel Castro, dalla quale nacquero un reportage intitolato "Fidel incontra il Che", e in seguito un libro sul presidente cubano.

In oltre sessant'anni di carriera si distinse per essere una voce fuori dal coro sempre fuori dal coro. "Mi hanno sempre attratto persone capaci di andare controcorrente, anche a costo dell'isolamento, della solitudine. Persone capaci di raccontare storie, di mostrare visioni altre. E inevitabilmente hanno acceso la mia curiosità, perché, come diceva il mio amico Eduardo Galeano, capace di raccontare la storia dell'America Latina attraverso racconti ironici e apparentemente non importanti, fatti di cronaca, 'il cammino si fa andando', non sai mai dove queste storie ti possano portare. E' il bello della vita, tutto sommato". Così si raccontava Gianni Minà, signore del giornalismo.

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