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24.11.2023 - 17:550
Aggiornamento: 27.11.2023 - 11:43

Bonatti: "La coppia sopravviverà se... Donne, l'ultimo confronto non serve, salvatevi"

Attualmente impegnata a insegnare in un Master sull'educazione affettiva e sessuale, ribadisce: "Ci sono partner e genitori infantili, ciascuno deve prendersi cura delle proprie ferite. Ecco alcuni consigli pratici se si scoprono segnali inquietanti"

ROMA - Ormai da più di una settimana non si parla d'altro che della vicenda di Giulia Cecchettin, la giovane uccisa dall'ex fidanzato. Sin dal primo momento in cui è iniziata la ricerca dei due 22enni, in molti purtroppo temevano che la studentessa non sarebbe stata ritrovata viva. Dopo il ritrovamento del suo cadavere e l'arresto del suo assassino, ci si è concentrati sulla personalità e sulla storia dei due, con lei che, come ha confidato alle amiche, non riusciva a staccarsi dal suo ex, nonostante lo avesse lasciato, per le minacce del ragazzo di farsi del male. Sono emersi dettagli sulla possessività di lui, che durante la loro storia voleva aggiornamenti costanti su dove lei si trovasse e che si sentiva sminuito se lei si fosse laureata prima (avrebbe discusso la tesi pochi giorni dopo il brutale omicidio).

Ci si è concentrati sui segnali che potevano preannunciare che quel ragazzo apparentemente dal volto pulito potesse trasformarsi in un carnefice. Forse poprio l'idea che si parlasse di un cosiddetto bravo ragazzo ha sconvolto l'opinione pubblica, portando molti a percepire qualsiasi uomo, visto l'altissimo numero di femminicidi in Italia nel 2023 e i casi di violenza in aumento, anche in Ticino, come un pericolo. Dal caso singolo si è passati a discutere di società patriarcale, di educazione affettiva e addirittura di messa in discussione dell'istituzione della coppia.

Si sta esagerando o ci sono dei fondamenti? Non si può ormai più allacciare con serenità una conoscenza o vivere una storia d'amore? Ne abbiamo discusso con Kathya Bonatti, attualmente impegnata come docente nel Master in Educazione affettiva e sessuale per l'infanzia, l'adolescenza e la genitorialità, Prof. Matteo Villanova, Università Roma Tre, autrice dei saggi su queste tematiche: "Madri e padri manipolatori", "Partner manipolatori", "Il diritto di tradire", sessuologa e life coah.

Cosa pensi dell’immenso clamore che l’uccisione di Giulia Cecchettin ha sollevato? I sentimenti che sembrano prevalere sono la rassegnazione, nel senso che per molti, purtroppo, l’epilogo era ritenuto scontato, e la rabbia. Concordi?

"Questo ennesimo femminicidio ha toccato molte persone, per la giovane età dei due protagonisti di questa tragedia sentimentale e sociale, per l'apparenza di "bravo ragazzo" dell'ex fidanzato e anche perchè si tratta della vita spezzata di una ragazza che si preparava a festeggiare con gioia la sua laurea e dunque nel pieno della felicità. La rabbia nasce perchè è stato interrotto il diritto alla vita, alla libertà, all'autodeterminazione e a perseguire i propri sogni, come individuo e soprattutto come donna di una giovane che voleva raggiungere i propri obiettivi per se stessa. Una ragazza che ha pagato con la morte il prezzo della decisione di mettere l' "io" persona davanti al "noi" coppia. L'epilogo purtroppo era ritenuto scontato una volta che la dinamica è stata resa nota, poichè lo schema si ripete molto simile in tanti casi di femminicidio: si notano l'incapacità ad accettare e a reggere il rifiuto per qualsiasi motivo, la gelosia verso il partner che può essere di carattere sentimentale, sessuale, una sorta di rivalità verso la donna ritenuta migliore di sè, peso scomodo da eliminare quando diventa un ostacolo ai progetti dell'uomo, magari perchè incinta o perchè lo ha smascherato nelle sue perversioni o dipendenze sessuali di cui si vergogna".

Sta emergendo una tendenza a dire che tutti gli uomini sono uguali e si esortano addirittura le donne a non innamorarsi degli uomini. Pensi che siamo davvero a questo punto o è eccessivo? Gli uomini sono veramente tutti così o sta diventando un luogo comune?

"Questo atteggiamento mi pare proprio eccessivo, perchè pur essendo vero che dal punto di vista statistico e criminologico gli uomini compiono più crimini di tipo violento, non è vero che tutti gli uomini sono uguali. La generalizzazione esagerata e negativa, estesa al genere maschile, non fa bene agli uomini e nemmeno alle donne, perchè ogni essere umano ha la sua storia, le sue ferite e il suo vissuto e perciò ciascuno è un essere umano a se stante. È ovvio che ogni uomo e ogni donna hanno il diritto di vivere come meglio credono, di lasciare il partner che non amano più, di fare esperienze sentimentali e sessuali in piena libertà, ma allo stesso tempo occorre essere coscienti che esistono anche persone patologiche, violente, crudeli e sadiche che godono a fare del male. Di conseguenza in maniera adulta spetta a ciascuno di noi la responsabilità di tenere gli occhi aperti, essere coscienti delle persone che frequentiamo, di come si relazionano nella realtà e di stare attenti a non vedere i partner come vorremmo che fossero, proiettando sull'altro desideri e sogni. È sempre utile fare un "bagno di realtà" quando ci si innamora e verificare se le aspettative corrispondono ai fatti. Sta a noi valutare la realtà concreta di ogni singola relazione, con la consapevolezza che esitono persone educate, rispettose e per bene e altre invece che sono disturbate e pericolose".

Quel che ha fatto probabilmente paura è l’aura di “bravo ragazzo” dell’assassino, il che porta a dire che non si è al sicuro con nessuno. Sei d’accordo o ancora una volta si sta estremizzando?

"Questo è un punto molto importante, perchè nonostante l'apparente normalità, di solito i segnali di allarme ci sono per comprendere che si è di fronte a un disagio relazionale importante.
Indifferenza, ricatti emotivi, manipolazioni, gelosia eccessiva, controllo e dominio, intimidazioni, svalutazioni, possessività e ossessività, isolamento e minacce di suicidio sono indicatori chiari di una relazione non sana, che non è basata sul rispetto e la libertà dell'altro. Quando ci sono questi segnali è fondamentale mettere se stesse al primo posto evitando la "sindrome della crocerossina", tipica delle donne che cercano di aiutare e salvare il partner, in questi casi è più proficuo chiedere aiuto e farsi seguire da professionisti per evitare conseguenze gravi o irreparabili. Nel caso le donne scoprano una doppia vita del partner, sia reale che virtuale o gravi perversioni sessuali, occorre fare attenzione a non cercare il confronto da sole per provargli di avere ragione e che ha mentito. Tantomeno è consigliabile smascherarlo dicendogli quanto è stato trovato nel computer, perchè questo atteggiamento potrebbe ingenenerare una rabbia incontrollata anche in chi è sempre stato pacifico e stimolare  al contrario sentimenti di vendetta distruttivi. Quello che le donne scoprono di sconvolgente nel trovarsi di fronte ad una persona con una doppia faccia, dovrebbe servire loro a farle decidere di andarsene senza scontri, nè ultime spiegazioni di chiarimento se non in presenza di un familiare, ma solo se davvero necessario. In queste gravi situazioni di rischio l'obiettivo non è chiarire o avere ragione, ma salvarsi!".

Viene da dire: esistono relazioni sane o in ognuna è insita una violenza, che sia il controllo o l’eccessiva gelosia?

"Esistono relazioni sane se i due componenti della coppia sono sani, se entrambi sono adulti, consapevoli di se stessi e dei propri limiti, delle dinamiche che mettono in atto nella coppia e se comunicano tra di loro e soprattutto se hanno il desiderio di aiutarsi in modo reciproco e amorevole a diventare la versione migliore di se stessi. Nell'esaminare gli elementi scatenanti della frustrazione e della violenza occorre tenere presente anche l'aspettativa culturale molto alta legata alla perfezione, alla massima performance e al successo per avere valore nella vita e nei social media. Invece  per vivere meglio è necessario accettare le proprie fragilità, come un aspetto naturale e normale di sè e di tutti gli esseri umani, per poi superare le difficoltà chiedendo aiuto in famiglia, oppure ai professionisti in grado di dare gli strumenti per avere più stima di sè. È quindi fondamentale sia per gli uomini che per le donne imparare a legittimare il proprio valore, a prescindere dal giudizio e dal comportamento degli altri".

A tuo parere i comportamenti sono dettati da qualcosa di insisto nella natura umana o si sta sbagliando qualcosa a livello educativo? Cosa si può fare nelle famiglie e nelle scuole, sia per i ragazzi che per le ragazze? Manca una vera cultura dell’affettività?

"Ogni persona dovrebbe analizzare le proprie ferite familiari derivanti dall'infanzia e la propria parte oscura, il "nemico interno", che se non elaborato tende ad essere proiettato sugli altri con gravi danni personali e sociali. La mia opinione è che si possa fare molto a livello educativo, perchè esistono un analfabetismo delle emozioni, una impreparazione e una inadeguatezza ad affrontare le difficoltà interiori, relazionali, sentimentali e sociali. Il problema principale che riscontro sono i partner e i genitori infantili, perchè prima di essere coppia e famiglia bisogna essere persone adulte e dunque avere sanato le proprie ferite personali, per essere in grado di stabilire relazioni paritarie e rispettose, a maggiore ragione poi bisogna essere persone risolte a più livelli, stabili e consapevoli per essere in grado di aiutare i propri figli, facendogli da guida con il dialogo e con l'esempio. Il secondo aspetto riguarda la formazione nelle scuole che potrebbe affiancare la famiglia nella educazione emozionale ed è per questo che è stato creato a Roma dal prof. Matteo Villanova un Master universitario per l'educazione affettiva e sessuale per l'infanzia, l'adolescenza e la genitorialità, proprio per dare sostegno specifico ai professionisti che devono integrare o supplire alle mancanze educative familiari".

A tuo parere, l’istituzione della coppia è veramente stata sconfitta dalla violenza? Si andrà verso una società di single o di amori omosessuali per troppa paura?

"La coppia a mio parere sopravviverà, ma deve trasformarsi da coppia infantile a coppia adulta, per reggere agli scossoni della vita reale, inoltre è una scelta individuale se vivere sulla base delle paure, oppure sulla base dei desideri, in entrambi i casi ci sono dei rischi e delle rinunce, è un po' come decidere di vivere nello stagno o nel mare, a ognuno la sua scelta. Sarebbe meravigliosa una società senza crimini ed è giusto impegnarsi e lottare per questo a livello culturale e legislativo, per ribadire che la libertà individuale è il bene più prezioso nel rispetto del consenso dell'altro, sia che si tratti di esseri umani, ma anche di esseri senzienti come gli animali. Se nel mondo vigesse, senza eccezioni di nessun genere e in nessun campo, il principio del consenso dell'altro per influire e agire sull'integrità fisica e sessuale  di ogni essere umano o senziente, il mondo diventerebbe all'istante almeno un luogo senza violenza fisica. Nel frattempo però si può essere responsabili di se stessi e della propria crescita personale, si possono aiutare le famiglie nell'educazione dei figli e si possono organizzare dei corsi di formazione nelle scuole e per i professionisti, che abbiano per oggetto l'educazione relazionale e di coppia, basata sulla comunicazione assertiva, sul rispetto e la libertà reciproci. In conclusione in attesa di norme più severe a tutela delle donne, della formazione in famiglia e nelle scuole, per me la consapevolezza rimane la chiave principale della qualità della vita, per capire chi siamo, chi è il partner a cui diamo fiducia e se è meritevole che si abbassi la guardia in nome dell'amore, basandosi però sempre sui fatti e non sulle parole".

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