Due vicende simili, accadute nei giorni scorsi tra Ticino e Piemonte, spie di un'insofferenza di matrice xenofoba

LUGANO - Lunedì sera la Piscina Comunale di Lugano è stata teatro di una vicenda poco edificante. Un caso di intolleranza e di arroganza. Ne riferisce il portale tio.ch. Un bagnante a inveito contro il personale - bagnina, monitrice e cassiera – protestando per il fatto di consentire a delle donne straniere di partecipare a un corso di nuoto con il costume integrale, il cosiddetto burkini, che peraltro è esplicitamente consentito dal regolamento della Città di Lugano esposto all’esterno della struttura.
Lo ‘sclero’ del bagnante – che ha fotografato le donne in burkini, violando il regolamento che impedisce qualsiasi scatto o ripresa all’interno dello stabilimento - è avvenuto nell’area della vasca dedicata ai principianti e ha portato all'interruzione della lezione.
Un episodio simile di intolleranza è avvenuto anche in una pizzeria di Borgomanero, in provincia di Novara. Sabato poco prima di mezzogiorno una donna è entrata nel locale ‘Siamo Fritti’ accompagnata da un uomo, probabilmente il marito, per ordinare una pizza da asporto. Quando si è accorta che al forno c’era una ragazza col velo, una giovane di 24 anni, è uscita da locale dicendo “Non prendo niente di cucinato dalle tue mani”. L’episodio è stato raccontato dal titolare della pizzeria, Gabriele Ricci: “In quel momento c’era solo la cuoca, di origini marocchine, che lavora col velo”, ha spiegato.
L’uomo che era insieme alla donna è invece rimasto nel locale e ha atteso che la pizza fosse pronta. Della donna nessuna traccia, ma Ricci si augura che un episodio di questo genere non si ripeta: “Sarebbe intollerabile. La nostra dipendente ci è rimasta molto male e ha avuto il coraggio di raccontare l’accaduto solo a tarda sera, dopo la giornata di lavoro. Era particolarmente amareggiata e noi tutti siamo solidali con lei, perché si tratta di un atteggiamento inaccettabile e da condannare”.