PARIGI - L'atleta algerina Imane Khelif è stata ammessa alle Olimpiadi di Parigi dopo l'esclusione dagli ultimi Mondiali per i livelli elevati di testosterone e - secondo l'International Boxing Association che ha organizzato la rassegna iridata - per la presenza di cromosomi del sesso biologico maschile nel test Dna. In realtà, non ci sono prove di un eventuale cambio di sesso. La sua partecipazione ha scatenato discussioni. La sua avversaria, l'italiana Carini, ha deciso di combattere contro di lei, nonostante molti le avessero chiesto di non farlo in segno di protesta, per poi ritirarsi poco dopo a causa dei colpi subiti.

Le due partecipano alla rassegna olimpica nei pesi werter, una disciplina della boxe. Dopo 46'' secondi l'italiana ha dato forfait. “Sono salita sul ring e ho provato a combattere. Volevo vincere. Ho ricevuto due colpi sul naso e non respiravo più, mi ha fatto malissimo, sono andata dal maestro Renzini e con maturità e coraggio ho detto basta”, ha spiegato, in lacrime, dicendo che per lei non è una sconfitta, perchè "essere qui, scavalcare quella corde è un onore”.

“Angela ha ricevuto centinaia di messaggi, anche sui social, che la invitavano a non combattere per la sua incolumità e per dare un segno di protesta”, ha detto in merito il direttore tecnico Emanuele Renzini. 

Sulla presenza di Khelif, ha affermato che "l'algerina è qui perché il Cio ha preso questa decisione, molto difficile da prendere perché il caso è complicato, di sicuro anche lei avrà sofferto per tutto quello che sta accadendo”. La atleta a sua volta afferma che "non sono nessuno per giudicare e non ho nulla contro la mia avversaria. Avevo un compito e l’ho eseguito anche se non ce l’ha fatta. Tutto quello che è accaduto prima dell’incontro non ha influito assolutamente”.

Una vicenda che continuerà a far discutere.