CRONACA
Don Leo condannato e scarcerato: 18 mesi contro i 66 chiesti dall'accusa. La reazione della Curia
Giudici e assessori giurati hanno ridimensionato l’atto d’accusa, tenendo conto del «sincero pentimento» e della «collaborazione» mostrati dall’imputato
TIPRESS/BENEDETTO GALLI
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LUGANO - Colpo di scena (ma forse non troppo) nel processo a carico di don Rolando Leo, accusato di reati sessuali. Come riporta laRegione, la Corte delle Assise criminali di Lugano, presieduta dal giudice Amos Pagnamenta, ha inflitto al sacerdote una pena di 18 mesi di detenzione, sospesa condizionalmente per un periodo di prova di due anni. Tenuto conto del periodo già trascorso in carcere — era stato arrestato il 7 agosto 2024 ed era in espiazione anticipata dal 15 novembre — il religioso è stato immediatamente scarcerato.

La pena stabilita è di gran lunga inferiore ai cinque anni e sei mesi richiesti dalla procuratrice pubblica Valentina Tuoni, definita dal presidente della Corte «fuori scala». Giudici e assessori giurati hanno ridimensionato l’atto d’accusa, tenendo conto del «sincero pentimento» e della «collaborazione» mostrati dall’imputato.

Don Leo è stato riconosciuto colpevole per quattro episodi di atti sessuali con fanciulli, tre episodi di coazione sessuale e uno di atti sessuali con persone incapaci di discernimento o inette a resistere. È invece caduta l’imputazione di pornografia, poiché non è stato provato che i protagonisti delle immagini fossero minorenni.

La condanna è addirittura più lieve rispetto alla richiesta del difensore Marco Masoni, che aveva proposto 34 mesi. Oltre al risarcimento alle vittime, la Corte ha interdetto a vita il sacerdote da qualsiasi attività a contatto con giovani.

La procuratrice pubblica Tuoni ha già annunciato l’intenzione di ricorrere in appello.

LA PRESA DI POSIZIONE DELLA CURIA

La Curia vescovile ha preso atto della sentenza che la corte delle assise criminali del Tribunale penale cantonale ha pronunciato nei confronti del Presbitero arrestato nell’agosto del 2024. L’Amministratore apostolico, il vescovo Alain de Raemy, esprime la vicinanza sua personale e della Diocesi alle persone coinvolte negli episodi, condividendo con loro, con i loro familiari e con tutti coloro che sono toccati da questa vicenda dolorosa, la sofferenza vissuta e assicura la costante disponibilità di ascolto e di supporto.

In merito alla situazione attuale del Presbitero, proseguono l’indagine canonica nei suoi confronti e le opportune valutazioni circa la sua prossima residenza.

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