Protagonista di film indimenticabili - Da Tutti gli uomini del presidente a La mia Africa, dal Grande Gatsby alla Stangata - è morto a 89 anni
Robert Redford è morto martedì nella sua casa nello Utah, all’età di 89 anni. A dare la notizia è stato il New York Times. L’attore, malato da tempo, lascia un vuoto enorme nella storia del cinema americano e mondiale.
Il pubblico lo ricorderà per ruoli che hanno segnato intere generazioni di spettatori. Da Tutti gli uomini del presidente a A piedi nudi nel parco, da I tre giorni del Condor a La mia Africa, senza dimenticare capolavori come La stangata e Il grande Gatsby, Redford ha incarnato un ideale di fascino e impegno, riuscendo a spaziare tra commedie romantiche, thriller politici e grandi drammi.
Se come attore non ha mai conquistato un Oscar, la statuetta arrivò nel 1981 come regista, con Gente comune, film che rivelò anche il suo talento dietro la macchina da presa. Nel 2017 gli fu consegnato l’Oscar alla carriera, a coronamento di un percorso unico. Ma l’eredità di Redford non si limita ai set: nel 1985 fondò, insieme a Sydney Pollack, il Sundance Film Festival, vetrina internazionale che ha lanciato registi come Quentin Tarantino, Jim Jarmusch e Christopher Nolan, dando voce al cinema indipendente.
Nato a Santa Monica, in California, iniziò a recitare negli anni Sessanta e si impose nel decennio successivo, nel pieno di una stagione irripetibile per Hollywood, segnata dal rinnovamento generazionale e dall’ascesa di nomi come Robert De Niro, Dustin Hoffman, Meryl Streep, Martin Scorsese, Francis Ford Coppola e Steven Spielberg. Redford fu tra i protagonisti di quel cambiamento, incarnando un nuovo modo di intendere la recitazione e il cinema.
La sua vita privata fu segnata dal dolore. Dal matrimonio con l’attrice Lola Van Wagenem ebbe tre figli: il primogenito morì a pochi mesi, un secondo fu stroncato da un tumore nel 2020. Nel 2009 si era risposato con la pittrice tedesca Sibylle Szaggars.
Non meno importante il suo impegno civile: Redford fu un convinto ambientalista e una delle voci più autorevoli contro la costruzione di una centrale elettrica nello Utah. Schierato con il Partito democratico, non smise mai di usare la sua notorietà per cause sociali e ambientali.
Con lui se ne va non solo un attore e regista di talento, ma un simbolo della Hollywood che sapeva coniugare glamour e coscienza civile.