CRONACA
Reclutavano minorenni online per commettere omicidi, duecento arresti in tutta Europa
La “violenza a noleggio” ha preso piede in diversi Paesi d’Europa. Numeri spaventosi in Svezia. Il reclutamento sui social e nei videogiochi

SVEZIA – Un bambino di undici anni scrive su Instagram: “Non vedo l’ora di vedere il mio primo cadavere”. Dall’altra parte del telefono, un diciannovenne gli risponde tranquillo: “Resta motivato, arriverà”. Poi gli propone 14 mila dollari per un omicidio, organizza il viaggio, prepara vestiti e strumenti. Tutto pronto. La polizia interviene un attimo prima che sia troppo tardi.

Non è un episodio isolato. È il volto di un fenomeno criminale che sta dilagando in Europa: il “Violence-as-a-Service”, la violenza “a noleggio”, con minorenni reclutati come killer in erba attraverso Instagram, Telegram, Discord e perfino le chat dei videogiochi.

Lo scorso aprile Europol ha lanciato l’Operazione Grimm, una delle più grandi operazioni mai condotte contro questo sistema criminale. Risultato: quasi 200 arresti in tutta Europa. In manette 63 esecutori materiali, 40 facilitatori, 84 reclutatori e 6 istigatori considerati di “alto valore”. Il dato più impressionante è un altro: decine di omicidi sventati, molti dei quali avrebbero avuto come protagonisti bambini o adolescenti mandati a uccidere come pedine sacrificabili.

Dietro questi casi c’è una struttura che funziona come un’azienda del crimine: il mandante che paga e ordina, il reclutatore che trova la manodopera, il facilitatore che prepara tutto, e l’esecutore – di solito un ragazzino senza precedenti – che si prende il rischio e la colpa.

Europol sintetizza così il meccanismo: “I mandanti pagano, i reclutatori procurano la manodopera, i facilitatori preparano il terreno e i colpevoli si assumono il rischio”.

Il reclutamento avviene dove gli adulti non guardano: nei videogiochi. Nelle chat. Nei social. Il capo della polizia di Malmö, Stefan Sinteus, racconta che ragazzi di 11 o 12 anni vengono agganciati mentre giocano a Fortnite o Counter-Strike. La prima “missione” è semplice: portare una borsa, consegnare un pacco, spiare una casa. In cambio, soldi virtuali, crediti di gioco, piccole somme di denaro.

Per le ragazze il lavoro è diverso: prenotare camere d’albergo, chiamare taxi, curare la logistica. La violenza è glamourizzata, trasformata in un’avventura. I ragazzi vengono lentamente abituati a immagini e contenuti crudi. Poi arriva il salto: intimidazioni, incendi, aggressioni, omicidi.

Un canale Telegram dedicato al reclutamento di minorenni aveva raggiunto 11 mila iscritti prima di essere chiuso. Molti si dicevano pronti a viaggiare in altri Paesi pur di “fare la missione”.

Il fenomeno è esploso in Svezia, per poi diffondersi in tutta l’Europa del Nord e oltre. Belgio, Francia, Germania, Spagna, Paesi Bassi. I numeri svedesi fanno impressione. Nel 2024, la polizia stima che 1’700 minorenni fossero attivi in reti criminali. I casi di omicidi con sospettati sotto i 15 anni sono passati da 31 a 102 in soli otto mesi. Nel 2023 le vittime di sparatorie sono state 53, alcune uccise per strada senza alcun legame col crimine organizzato.

La situazione è talmente grave che il governo svedese ha iniziato a discutere un abbassamento dell’età della responsabilità penale da 15 a 13 anni. Dal prossimo luglio, inoltre, le carceri potranno accogliere giovani dai 15 ai 17 anni, con una capacità destinata a triplicare entro il 2033.

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