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20.08.2015 - 18:180
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Le precisazioni di Gobbi, «il Tribunale federale deve ancora decidere»

In tempi rapidissimi arrivano le precisazioni alle accuse dell'Ocst

BELLINZONA - Non si è fatta attendere la replica di Norman Gobbi alla presa di posizione dell'Ocst per mano del suo segretario Meinrado Robbiani, nella quale veniva messa in dubbio la liceità con cui il Dipartimento delle istituzioni agisce nei confronti di stranieri con permessi di domicilio o di dimora al beneficio di assegni familiari integrativi (AFI) e di assegni di prima infanzia (API). «In primo luogo va rammentato come la Legge federale sugli stranieri prevede la possibilità di revocare i permessi, allorquando lo straniero o una persona a suo carico dipende dall’aiuto sociale», spiega il Dipartimento delle istituzioni. «In questo senso, va precisato che sia il Consiglio di Stato che il Dipartimento delle istituzioni, per il tramite dell’Ufficio della migrazione della Sezione della popolazione, applicano la giurisprudenza del Tribunale cantonale amministrativo, che ha confermato la prassi adottata dal Consiglio di Stato in materia». «Nello specifico, in una recente decisione non ancora pubblicata e oggetto di ricorso al Tribunale federale, il Tribunale cantonale amministrativo, chinandosi sulla questione volta a chiarire la natura degli assegni familiari integrativi (AFI) e degli assegni di prima infanzia (API), ha ribadito come, essendo lo scopo degli stessi quello di coprire il fabbisogno della famiglia, devono di conseguenza essere considerati come delle prestazioni sociali che perseguono scopi assistenziali», continua ancora il dipartimento di Gobbi. Il Dipartimento delle istituzioni «tiene quindi a sottolineare la conformità dell’operato della Sezione della popolazione alla giurisprudenza del Tribunale cantonale amministrativo, nell’attesa di una decisione definitiva da parte dell’Alta Corte federale, ad oggi non ancora pervenuta».
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