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21.08.2015 - 09:130
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Gobbi, «il Ticino ha un compito importante per la sicurezza del paese: niente marcia indietro sui permessi»

Il ministro delle istituzioni non intende rinunciare a chiedere il casellario giudiziario per rilasciare permessi B e G, «non è affatto una misura discriminante»

BELLINZONA - «Le comunico che non intendo farlo». Si prosegue, dunque, con la richiesta dell’estratto del casellario giudiziale e del certificato dei carichi pendenti per il rilascio di permessi di soggiorno B e di frontaliere G. Lo ha scritto Norman Gobbi in una lunga lettera, di cui alcuni estratti sono stati pubblicati dal Corriere del Ticino, al segretario di Stato della migrazione Mario Gattiker, il quale chiedeva un passo indietro. Secondo il consigliere di Stato leghista, la misura non è discriminante, come invece avevano evidenziato più volte le autorità italiane, in particolare il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni. Si tratta infatti di «una misura di polizia volta a tutelare la sicurezza, e non a limitare l’esercizio di libera circolazione, introdotta proprio a seguito di gravi fatti di cronaca criminale, ai quali il nostro cantone è, suo malgrado, confrontato con particolare frequenza». Il casellario giudiziario viene richiesto anche a cittadini svizzeri stranieri residenti in Svizzera per poter essere assunti in alcune aziende, per poter affittare un appartamento, per detenere animali pericolosi, per ottenere la patente di navigazione o persino per collezionare armi, e nessuno si è sentito leso dal procedimento, si spiega ancora nella missiva. «Al contrario: tanti stranieri hanno salutato positivamente questa richiesta ulteriore per risiedere sul nostro territorio che, di fatto, li tutela per rispetto ai cittadini che delinquono», evidenzia la lettera inviata a Gattiker. Infine ricorda il compito in materia di sicurezza per tutta la Svizzera che svolge il Cantone: «un onere al quale deve però corrispondere la possibilità di far capo a delle misure straordinarie e temporanee che attenuino gli effetti negativi dovuti ad alcune situazioni di reale emergenza, come quelle che hanno contraddistinto la nostra regione negli ultimi tempi». Quindi, niente retromarcia, anzi: Gobbi in un passaggio della missiva fa la voce grossa, sottolineando che «quale responsabile politico e istituzionale della sicurezza nel Canton Ticino, non posso permettere che vengano a ripresentarsi situazioni di disagio come quelle vissute negli scorsi mesi, situazioni che, oltre a mettere a repentaglio la sicurezza e l’ordine pubblico del nostro Cantone, denotano una mancanza di rispetto sia nei confronti dei cittadini del nostro Paese, sia delle persone straniere che vogliono dimorare e lavorare onestamente sul suolo elvetico». Si tratta ad ogni modo di una misura transitoria, su cui ci si chinerà nuovamente quando si avranno a disposizione dati oggettivi e statistici.
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