a rispondere alle nostre domande. «Sulla base di una richiesta di valutazione da parte della presidenza del Gran Consiglio, in collaborazione col comando della Polizia, abbiamo valutato se e secondo che modalità prevedere dei rafforzamenti del controllo del servizio d'ordine usuale, e dato che era uno dei possibili scenari abbiamo predisposto a titolo di test il metaldetector. Potrebbe essere utilizzato a titolo sperimentale in modo parziale per chi si reca sulle tribune, senza aver avuto nessun segnale di rischio particolare».Capita a fagiolo, insomma, la discussione sul burqa, anche se Gianella conferma che, a quanto ne sa, non ci sono rischi particolari. «Abbiamo ritenuto comunque di cogliere questa occasione per testare il sistema da un profilo pratico».Visto il clima, qualcuno aveva pensato a un rinvio della discussione sul burqa, cosa ne pensa Gianella? «È una valutazione che spetta alla politica, in particolare al Gran Consiglio e al suo ufficio presidenziale. Non mi risulta che sia stato proposto un cambiamento, resta ovviamente riservata la possibilità che arrivi una proposta in questo senso. Ci sono indicazioni favorevoli e contrarie. L'oggetto era programmato, per cui è possibile che si ritenga possa essere affrontato e risolto secondo programma, in un senso o nell'altro. Il clima può essere una spinta in questo senso. A noi è stato semplicemente chiesto di verificare il rischio dati il tema e il momento, e noi abbiamo deciso di provvedere al rafforzamento delle misure per la svolgimento regolare della discussione. Sulla base dell'esperienza odierna si vedrà se mantenere questa modalità nel tempo o sostituirla con altre».L'impressione che rimane dopo il giro di telefonate è che le misure, più che ordinarie, abbiano a che fare col divieto sul burqa e con il timore in cui i fatti di Parigi hanno fatto sprofondare il mondo intero.