POLITICA
Fabio Schnellmann, «la mia ricetta per il lavoro in Ticino»
In attesa dell'applicazione del 9 febbraio, per il deputato PLR bisogna fare qualcosa. «Rallentiamo i rinnovi dei permessi ai frontalieri e paghiamo gli oneri sociali di un neo assunto locale»
BELLINZONA - Fabio Schnellmann, granconsigliere PLR e candidato al Municipio di Lugano, scrive una lettera aperta a Vitta e Gobbi sul tema lavoro, avanzando anche una sua proposta. «Siamo quotidianamente confrontati con persone disperate che non chiedono altro che poter lavorare; richiesta più che legittima», scrive, parlando di 5000 disoccupati nella sola Lugano, 18'000 in Ticino.Il potenziale per farle lavorare, però, ci sarebbe, «per tutti ed in quasi tutti i settori; prova ne è che giornalmente le nostre ditte, le nostre aziende e ora pure i nostri uffici e le nostre banche vengono invase quotidianamente da oltre 60'000 lavoratori provenienti da oltre confine. Siamo coscienti che non è un’equazione semplice: limitare a 42’000 i frontalieri = ticinesi tutti occupati. Sarebbe troppo bello!»Dunque, l'idea di Schnellmann è una collaborazione fra i Dipartimenti diretti da Vitta e Gobbi (Finanze e Territorio) "affinché si vigili e si intervenga su quei casi di richiesta o di rinnovo di permesso di lavoro di frontalieri (permesso G) in posizioni ove abbiamo molti disoccupati ticinesi».La libera circolazione, infatti, impedisce di non concedere nuovi permessi, ma essi possono essere rallentati: «vanno valutati i singoli casi, vanno contattate le singole aziende che fanno richiesta di frontalieri pur coscienti che vi sono ticinesi disoccupati, e queste aziende vanno sensibilizzate, indirizzate ed eventualmente aiutate». Come? Per esempio, «un aiuto concreto potrebbe essere questo: che l’ente pubblico paghi all’azienda - per esempio per il primo anno - gli oneri sociali all’assunto ticinese. Verrebbe così sgravata da importanti contributi, con l’opportunità di testare ed apprezzare l’operato del lavoratore locale; non sarebbe inoltre un costo aggiuntivo per le casse dello Stato che non dovrebbe più versare indennità di disoccupazione. Dopo un primo anno si potranno fare i primi bilanci e valutare i risultati dell’operazione».«La mia proposta va letta nel solco della battaglia che il Ticino ha già avviato, e vi ringrazio di cuore per l’impegno dato, per ottenere la clausola di salvaguardia, limitando in certi settori e a certe condizioni il numero di permessi per frontalieri. Ma nell’attesa che i postulati del “9 febbraio” trovino applicazione credo ci si debba muovere anche su altri fronti», conclude il deputato liberale.
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