POLITICA
Solari a tutto campo. «Il burqa, dumping e bilaterali, la penso così»
Il presidente del Festival di Locarno prende posizione su diversi temi d'attualità. «Concordo sul divieto del burqa, il dumping è un problema serio che porta risentimento. E il Ticino oggi abolirebbe gli accordi»
LOCARNO - Il Festival del film 2016 è ormai alle porte, e gli occhi del mondo si proiettano su Locarno. Oggi il presidente Marco Solari, per esempio, ha rilasciato al Blick un'intervista dove ha parlato di cinema ma non solo.Vuole che il Ticino sia un centro di pensiero politico e culturale, però soprattutto ha toccato alcuni temi relativi alla società odierna, su tutti il divieto del burqa.Solari è stato attivo nel campo del turismo per quattro decenni, nonostante ciò è a favore della legge che vieta la dissimulazione del volto. Il liberalismo non accetta la sottomissione della donna, e la tradizione svizzera vuole che ci si guardi in faccia e ci si dia la mano. «Si tratta di proteggere uno dei nostri valori. Chi viene da noi dovrebbe rispettare le nostre regole», ha affermato. Non vede una contraddizione fra lo spirito di apertura del Festival e segnali di chiusura del mondo politico, dove oltre al burqa si pensa al 9 febbraio. «Non è una contraddizione, perché una fabbrica di idee deve includere anche una parte conservatrice. Gobbi? È filo-governativo».Marco Solari ha nominato anche il dumping salariale come un grande problema per il Ticino. «Molti lo vivono sulla propria pelle, perché il livello salariale con l'Italia è enorme. E ciò porta del risentimento».Allargando il campo all'Europa e ai bilaterali, è convinto che il Ticino ne sia vittima, e che voterebbe per l'abolizione. Ma la domanda a suo avviso va fatta all'intero popolo svizzero. «Il Ticino, ad ogno modo, data la sua situazione, propone delle soluzioni concrete: bisogna avere il coraggio di affrontare il problema, visto che i segnali dall'UE non sono incoraggianti»
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