LUGANO/LOCARNO - Il burkini è il "costume" con cui le donne musulmane spesso si recano al mare o nei lidi, e da qualche tempo, dopo il burqa, è al centro delle polemiche. Alcuni comuni della Franca lo hanno vietato, ed è subito sceso in campo Rachid Nekkaz, proponendosi di pagare le multe che ne derivano. In Ticino, solo la piscina comunale di Chiasso lo ha vietato, raccontando che ad una donna islamica è stata impedito di entrare in acqua col costume integrale. A Lugano invece una donna ha fatto il bagno in burkini, a Bellinzona non sono mai successi casi ma sarebbe possibile, così come a Locarno (dove una signora non ha potuto fare il bagno perché completamente vestita).La Lega dei Ticinesi, o meglio i suoi giovani esponenti, stanno facendo partire la crociata contro il burkini. A distanza di pochissime ore, sono giunti in redazione i testi di due distinte mozioni atte a proibire l'uso del costume delle donne musulmane, inoltre a Locarno e a Lugano. A Lugano il primo firmatario è Nicholas Marioli, assieme a Alessia Romano. Chiedono che «il bagno al lido comunale, nei bagni pubblici, nelle piscine delle scuole comunali o in altre adibite per corsi di nuoto, nelle rive dilaghi e fiumi devono avvenire unicamente in costume. Non è permesso portare altri indumenti sotto il costume. Sono altresì vietate tenute che provocano scandalo o siano contrarie ai buoni costumi. Sono anche vietati abiti o costumi che coprono gran parte del corpo». Dunque, vietati anche, per esempio, mutande sotto il costume, per questioni di salute pubblica, ma l'obiettivo vero e proprio è il burkini, tanto che in un passaggio si legge: «Inoltre, le tenute integrali sono portabandiera del fanatismo che non sono accettabili esono incompatibili con la nostra cultura».Ancora più duro il testo inviato al Municipio di Locarno dal primo firmatario Aron D'Errico (con lui, i leghisti Roberto Bottani, Omar Caldara, Roberto Ceschi e Valentina Ceschi e l'indipendente Philippe Jaquet – Richardet). Si chiede di «vietare il burkini all’interno del Lido di Locarno (Centro Balneare Regionale). Sanzionare chi viola il divieto: espulsione dalla struttura e multa».L'attacco al burkini è deciso: «è un simbolo dell’ideologia fanatica e pericolosa del fondamentalismo islamico ed è uno strumento di oppressione che calpesta la dignità delle donne. Il burkini non ha nulla a che vedere con fattori culturali, ma è indumento ideologico, fondamentalista, retrogrado e barbaro che è incompatibile con i valori fondanti della nostra Nazione». Essendo quello delle piscine un tema di competenza comunale, a livello ticinese la Lega non si muoverà contro il burkini, non sono comunque da escludere mozioni in altri comuni.