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01.09.2016 - 09:300
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Il PS sta con Zali. «Sì alle misure anti smog. Ma attenzione, sono solo un cerotto»

I limiti delle soglie di inquinamento sono stati superati troppo spesso. «Che senso porre dei limiti, se poi non si agisce per imporne il rispetto? Servono accordi con l'Italia per il trasporto sostenibile»

BELLINZONA - Il PLR dice no, il PS sì. I socialisti approvano le misure anti smog di Claudio Zali, anche se per migliorare davvero la qualità dell'aria serve un impegno più ampio, condiviso anche con l'Italia. «Poiché l’inquinamento dell’aria nel Sottoceneri è un problema molto grave, le misure d’emergenza previste dal Governo riscuotono la nostra approvazione. Tuttavia non possono essere risolutive se non sono accompagnate da una riduzione del traffico privato, da un rafforzamento del trasporto pubblico e soprattutto da collaborazioni con l’Italia che abbiano lo stesso scopo: migliorare le condizioni ambientali», si legge infatti in un comunicato. Viene sottolineato come l'aria nel Sottoceneri è fra le peggiori in Svizzera, e come ciò abbia conseguenze sulla salute dei suoi abitanti. «Lo Stato deve intervenire: anzitutto ponendo dei limiti e poi facendoli rispettare. Sui limiti non c’è problema: ci sono e sono chiari. È sul rispetto che non ci siamo proprio. Fino al paradosso per cui la soglia massima per le PMI dovrebbe essere superata per legge non più di una volta all’anno, ma di fatto nel 2015 è stata superata per ben 61 volte. Sorge spontanea la domanda: ha senso porre dei limiti, se poi non si agisce per imporne il rispetto?» Sì quindi alle misure di Zali, per fare qualcosa. «Le misure previste dal Decreto esecutivo del 2007 sono applicate troppo di rado e comunque sono poco efficaci: lo abbiamo visto in passato. Perciò accogliamo con favore le modifiche apportate dal Governo, che impongono misure d’urgenza più stringenti, coerenti con quelle stabilite dalla Conferenza dei ministri dell’ambiente e applicate in tutti i Cantoni». Da sole, comunque, non bastano. «Misure che però rimarranno un cerotto provvisorio, utile ma non risolutivo, se non verrà curata la ferita. E per farlo bisogna insistere con la politica già indicata dal Governo che favorisce la diminuzione del traffico privato e nel contempo rafforza il trasporto pubblico. Una politica che però non può restare limitata al nostro territorio: siamo una regione di frontiera e dobbiamo fare i conti con la situazione oltre confine. Chiediamo perciò al Consiglio di Stato di farsi parte attiva presso la Confederazione affinché con l’Italia si sottoscrivano accordi simili a quelli già in vigore con l’Austria, la Francia e la Germania, per favorire il trasporto sostenibile di merci e persone. Perché l’inquinamento è un problema dell’intero continente e perciò le soluzioni non possono conoscere confini».
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