ha voluto prendere posizione, accusando i liberali (e non solo) di disinteressarsi dei problemi dei consumatori. «La classifica stilata dalle organizzazioni dei consumatori vede il PS al primo posto con il 93% dei voti favorevoli ai consumatori. Seguono i Verdi con l’88%. Il PPD ha votato la metà delle volte a favore e la metà contro. Il PLR ha votato contro i consumatori 7 volte su 10: questo significa che il PLR non difende gli interessi dei consumatori, ma che è schierato a favore delle grandi società e dei grandi interessi finanziari!", ha infatti scritto su Facebook, riferendosi a dei dati osservati dalle organizzazioni dei consumatori che hanno monitorato il voto dei Consiglieri al Nazionale in funzione della "Carta dei consumatori". «Il Ticino figura all’ultimo posto di questa classifica, con il 38% dei voti a favore dei consumatori contro il 61% per la Svizzera romanda e il 48% per la Svizzera tedesca. Marina Carobbio ha votato il 95% delle volte in favore, Marco Romano la metà a favore e la metà contro. La responsabilità dell’ultimo posto del Ticino è dei Consiglieri del PLR e della Lega che non giungono nemmeno al 40% dei voti in favore dei consumatori. Chiudono la classifica Roberta Pantani e Lorenzo Quadri che ha quasi sempre votato contro i consumatori!», continua Righini.«Il PS appoggia, sostiene e vota a favore delle iniziative che difendono gli interessi dei consumatori, dei cittadini e della popolazione. Il PLR si schiera al contrario con le grandi società, favorisce il grande capitale e vota contro i consumatori. Invece di utilizzare le interrogazioni parlamentari come uno strumento intimidatorio, ubbidendo come soldatini agli ordini giunti dall'alto, i deputati del PLR e della Lega farebbero meglio a guardare il proprio bilancio poiché si schierano sistematicamente in favore dei grandi interessi finanziari, contro gli interessi dei consumatori e dell'insieme dei cittadini. Nulla impedisce loro di agire così, ma a questo punto varrebbe la pena decidere da che parte stare; da quella dei cittadini o dei grandi interessi finanziari», termina il j'accuse. La polemica, dunque, si sta spostando su un altro campo: dallo schieramento politico dell'ACSI alle posizioni assunte dai vari partiti nei confronti dei temi sentiti dai consumatori.