“Si sa: il Ticino è una terra litigiosa. Per ogni nome, avremo tre entusiasti e tre scettici. Quel che va fatto – al di là degli scetticismi personali su un nome o l’altro – è una valutazione comune sulle probabilità di riuscita dei potenziali candidati, per poi puntare su quello o quella che ha maggiori probabilità di riuscita, indipendentemente dal sesso e dalla funzione attuale. Bisogna tener conto del fatto che l’elezione si fa a Berna, e che bisogna avere due tipi di consenso: quello del gruppo parlamentare Plr, per essere inseriti nel ‘ticket’; e quello più ampio – o meglio: un non dissenso, perché si tratta anzitutto di non sgraditi – in una costellazione di partiti all’Assemblea federale nella quale il Plr rappresenta solo una parte dei deputati”, spiega Pelli.