“Diciamo bene le cose: servizio pubblico vuol dire servizio finanziato con denaro pubblico, attraverso il canone… Oggi i programmi della Ssr si sostengono, per circa il 20-25 per cento, dal mercato, dalla pubblicità”, spiega Canetta. Molti, probabilmente, non si rendono conto di che cosa comporterebbe una decisione come l’abolizione del canone (anche se non è facile capirlo, essendo una situazione nuova). Sicuramente “ci ritroveremmo senza il 75 per cento dei finanziamenti, il che vuol dire meno qualità e quindi meno pubblicità… dire che potrebbe rimanere una parte della SSR è illusorio rispetto al mercato pubblicitario svizzero. Visto il testo dell’iniziativa, non abbiamo alternative alla chiusura”. Senza se e senza ma.