La GISO, prima di tutto: si parte da un duro attacco al Corriere del Ticino, che per primo ha pubblicato il documento (vedi suggeriti). Si chiedono se c’era un accordo. Ma poi passano a prendersela coi compagni di partito, sfatando il mito dei pacchetti legati a doppio filo. “I due oggetti sono giuridicamente separati, la riforma sociale è stata votata separatamente ed è passata in Gran Consiglio. Domenica in conferenza cantonale gli iscritti e le iscritte del Partito Socialista dovranno chiedersi: vogliamo lanciare il referendum contro gli sgravi fiscali? Punto. Contrastiamo gli sgravi, se poi, qualora vincessimo quel referendum, il Governo volesse far abrogare la riforma sociale, dovrebbe tornare davanti al parlamento, spiegare perché non ritengono che ci sia la necessità sociale di implementare quelle misure e, anche se il legislativo accettasse, potremmo nuovamente fare un referendum”. C’è la volontà di difendere ad ogni costo il pacchetto sociale, anche a costo di dover ricorrere a più chiamate alle urne. I due pacchetti, scrivono i giovani, non sono bilanciati comn una simmetria di favori.