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18.12.2017 - 18:290
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

I giovani e Bertoli, "è prematuro parlare di candidature ma si potrebbero proporre anche altri profili. Spaccatura? Non credo, esistono due ali"

La GISO pareva non gradire più il Ministro, che ha appoggiato gli sgravi. Laura Riget, "è un tema basilare per noi, non devono esserci pochi privilegiati. E avere l'unico Ministro che la pensa in modo diverso è problematico. Il referendum sarà un banco di prova anche per lui"

BELLINZONA – Ma alla GISO, Bertoli piace ancora? È la domanda che ci ha fatto nascere il comunicato di ieri, in merito al sì al referendum della conferenza cantonale del PS. Il tema centrale erano gli sgravi, ma i giovani non hanno nascosto di avere dei dubbi sul futuro:  “La base del PS ha sconfessato questa politica caratterizzata da scellerati compromessi con la destra, appoggiata dal Consigliere di Stato e dalla maggioranza del gruppo parlamentare. Il partito si è pronunciato e dovrà ricordare la presa di posizione di questa Conferenza Cantonale durante le discussioni sulle possibili liste per le prossime elezioni cantonali: da chi vogliamo essere rappresentati nelle istituzioni?”, si leggeva nella nota inviata ieri.

Ne abbiamo parlato con Laura Riget.

Siete molto soddisfatti del via libera al referendum: quanto era importante per voi?
“È un tema fondamentale, qualche mese fa abbiamo lanciato l’iniziativa 99%, che parla di sgravi. Vogliamo andare contro corrente, abolirli, togliere i priviligi, e questa parte del pacchetto era del tutto contrario a ciò”.

Pareva fosse in gioco addirittura il concetto di socialismo, è vero?
“Sì, essendo basilare come argomento. Noi ci battiamo per la cittadinanza, non deve esserci una piccola minoranza con privilegi, e gli sgravi volevano quello”.

Il PS ha dimostrato di essere quello che volete?
“La sinistra ha sempre avuto due ali, quella che si vede nelle piazze e quella più istituzionale, disposta a fare compromessi. È positivo ci siano, con un giusto equilibrio. In questo momento si propondeva troppo verso l’ala istituzionale, ieri abbiamo dimostrato di essere pronti anche a fare opposizione e non tollerare tutti i compromessi”.

Avevate parlato di un partito subalterno guidato da Bertoli. Solo sugli sgravi?
“Su questo tema ha cercato di impuntarsi e di prevalere nel partito. Alla fine è stato sconfessato. A parte questo tema, non abbiamo osservazioni puntuali da fargli”.

Dunque è ancora il vostro rappresentante ideale?
“Secondo noi quando si tratterà di discutere le liste, questa questione andrà posta, essendo gli sgravi un tema basilare per il PS. Avere l’unico Ministro su un’altra linea su un argomento così importante è problematico, a nostro avviso. È prematuro dire se accetteremo o meno la sua candidatura, bisognerà parlarne e pensiamo si possano proporre anche altri profili. Qualcuno della GISO? È, appunto, prematuro, ed è poco realista credere che qualcuno di noi abbia reali chance di sostituire Bertoli, magari qualcuno si candiderà sulla lista del Governo”.

C’è una netta spaccatura nel PS come è apparso in questi giorni? Ci saranno strascichi per Bertoli?
“Per me va relativizzata, nel 90% dei temi si è d’accordo. C’è stato questo confronto, accesso ma pur sempre politico, su un argomento. Ci sono le due ali, Bertoli ne rappresenta una e noi della GISO quella dell’opposizione”.

Righini, il presidente, è più dalla vostra parte. Avete parlato con lui degli sgravi?
“Eravamo felici che la direzione fosse contraria a questa riforma fiscale-sociale, ma noi abbiamo agito in modo indipendente. Anche se loro non fossero stati favorevoli al referendum, noi avremmo criticato la linea degli sgravi”.

Ora c’è ottimismo sulla raccolta firme e sulla vittoria alle urne?
“Sicuramente le firme andranno raccolte e ci vorranno lavoro e impegno. Sono ottimista, il tema è sentito in Ticino, in un Cantone dove il tasso di dispoccupazione e di povertà sono più alti nel resto della Svizzera, dove si fa più fatica. Credo che i cittadini capiscano che non è il momento di dare sgravi fiscali ai ricchi e alle holding”.

Un’eventuale chiamata alle urne sarà un voto anche su Bertoli, e non solo dal suo partito bensì da tutti i ticinesi. In caso di vostra vittoria, la sua posizione vacillerebbe, no?
“Esatto. Il risultato della votazione sarà quello. Trovo prematuro, appunto, parlarne concretamente ma saranno riflessioni da fare”.

Paola Bernasconi
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