Politica
01.02.2018 - 15:450
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43
"Avevamo ragione". Il PS chiede che il rapporto sia reso pubblico. "La responsabilità politica non può cadere solo sui funzionari"
Il Partito socialista commenta il rapporto di Bertoli. "Conferma una situazione allarmante, che esige chiarimenti amministrativi e vere risposte politiche". Vengono sottolineati gli elementi già sollevati dal partito e appurati dalla Sottocomissione, "a inizio estate il caso non era chiuso"
BELLINZONA – “Le nostre richieste erano pertinenti”. Il PS da mesi chiede che vengano chiarite le responsabilità politiche del caso Argo, e in un comunicato fa notare come il rapporto del perito Bertoli non fa altro che dar loro ragione.
“Gli elementi del rapporto di Marco Bertoli – il perito nominato dal Consiglio di Stato per far luce sullo scandalo ‘Argo 1’ – anticipati dal Corriere del Ticino, confermano un quadro della situazione molto allarmante che esige una volta per tutte, oltre ai chiarimenti dal punto di vista amministrativo, anche delle vere risposte sul piano politico. Il rapporto ipotizza il reato di infedeltà – il danno verso l’Ente pubblico e illecito a vantaggio a terzi – e dimostra la pertinenza delle richieste di chiarezza, di risposte attendibili e di assunzione della responsabilità politica formulate a più riprese dal Partito Socialista fin da quando lo scandalo è scoppiato. Va evidenziato che il rapporto di Marco Bertoli è in possesso di una testata giornalistica: la trasparenza esige che sia ora reso pubblico”, aggiunge, andando oltre. Ovvero: chiunque deve poter leggere il rapporto.
L’urgenza non era un elemento sufficiente, i socialisti lo hanno sempre detto, ed ora… “Il rapporto del perito è perentorio nella conferma che non ci fossero né urgenza né emergenza, mettendo in luce dei seri dubbi riguardo alla qualità e all’equità della procedura con cui l’agenzia di sicurezza precedente è stata scartata, mentre il mandato è stato affidato a ‘Argo 1’. Conferme del perito anche per quanto riguarda il problema del contratto firmato con effetto retroattivo, il fatto che ‘Argo 1’ non disponesse del personale necessario quando l’incarico le è stato affidato, la più che problematica tariffa di 35 franchi all’ora di ‘Argo 1’ e la scarsa qualità della sua offerta di prestazioni, soprattutto se comparata all’agenzia concorrente Rainbow”.
Oltre a chiarire che in seno all’USSI c’era “coscienza sia del problema sia dell’assenza di una base legale verificata per effettuare i pagamenti per cui la responsabilità non può essere scaricata in un altro Dipartimento. Elementi più volte sollevati dal PS, appurati dalla Sottocommissione vigilanza e dal Controllo cantonale delle finanze e confermati con perentorietà dal rapporto di Marco Bertoli, a dimostrazione che all’inizio dell’estate scorsa il caso ‘Argo 1’ non era chiuso, contrariamente a quanto affermato da gli altri partiti di governo”.
Come se non bastasse, si era parlato spesso di controlli pilotati. Bertoli è andato oltre, ha fatto capire come le dichiarazioni riguardo la presenza di due agenti fossero in realtà scritte e pilotate a posteriori.
“Il quadro disastroso dello scandalo ‘Argo 1’ consolida il lavoro della Commissione parlamentare d’inchiesta poiché potrà approfondire la componente politica dell’intera vicenda. Non è infatti accettabile che la responsabilità politica possa essere tradotta esclusivamente attraverso la responsabilità amministrativa dei funzionari implicati nella vicenda”, conclude il PS: il bersaglio, non nominato, è evidentemente Paolo Beltraminelli.