“I rapporto commissionato dal Governo fa un passo deciso in avanti, ordinando e incrociando i fatti, smascherando poi la sequela di dichiarazioni di comodo di alcuni funzionari che avevano creato una cortina fumogena nella speranza che l’attenzione scemasse e nulla emergesse. Ora abbiamo scoperto che funzionari dirigenti del Dipartimento della sanità e della socialità (DSS) hanno tentato di confezionare una tesi che attenuasse o azzerasse le responsabilità nell’assegnazione del mandato alla Argo 1. Con forzature, menzogne, ritrattazioni e discutibili mosse. E, peggio ancora, con il tentativo di coinvolgere una funzionaria del Dipartimento delle finanze e dell’economia – che invece aveva agito correttamente – per fare cadere su di lei la colpa (o almeno una corresponsabilità) dei pagamenti alla ditta di sorveglianza senza rete protettiva, ovvero senza la risoluzione governativa. Un modo di agire scorretto e anche poco dignitoso, che avrebbe meritato un intervento più risoluto da parte del Consiglio di Stato”, scrive Gianni Righinetti in prima pagina. “A parte il fatto che il perito contesta e smonta questa tesi, l’esigenza di contenere i costi non può in alcun modo spalancare la porta a comportamenti non conformi alle leggi pur di raggiungere l’obiettivo. Ci mancherebbe altro. Questi sono fatti gravi, che squalificano l’Amministrazione”.