"L'indecorosa vicenda della nomina del nuovo procuratore generale, che evidentemente risponde a criteri di idoneità partitocratica (io dò un sedia a te, tu dai una sedia a me) e non qualitativa, scredita sia la giustizia che il parlamento. La pantomima dell'assessment prima commissionato dall'Ufficio presidenziale del GC e poi rottamato - con tanto di perizia farlocca per giustificare l'imboscamento - perché non dava la risposta che si voleva avere, segna certamente un punto bassissimo nella vita delle istituzioni ticinesi. Sorvoliamo poi sul partito che, in nome del "buongoverno" e delle "competenze" fa eleggere il candidato "non raccomandato" e fa cestinare l'assessment non sufficientemente compiacente. Si spera che a questo punto, in nome del "buongoverno", il PLR abbia almeno la decenza di pagare di tasca propria l'assessment, ed anche la perizia commissionata ad hoc per imboscarlo", prosegue, prendendosela dunque coi liberali, che hanno sostenuto Pagani.