Ma non è andata così, come ben si sa. "Vi erano quindi tutte le premesse per procedere a una nomina condivisa, che desse al neoeletto la legittimazione necessaria per intraprendere le importanti riforme di cui ha bisogno il Ministero pubblico. Purtroppo, le buone intenzioni sono state sacrificate sull’altare laico della ragion di partito e quindi risultato eletto il candidato sostenuto dal gruppo parlamentare più numeroso". Un attacco, dunque, al PLR. Come ha fatto notare in un'intervista al nostro portale Bixio Caprara, però, i liberali sono "solo" 24, sui 34 voti ottenuti da Pagani,