Il liberale Alex Farinelli ha distinto quanto uscito dalla Commissione in due parti: una che si può sostenere, ovvero norme già esistenti che si rafforzano, e una, la legge di applicazione, che illuderebbe solo. “Oggi in discussione è il margine di applicazione in relazione al diritto svizzero. O meglio, lo spiraglio, già ben specificato nel messaggio del Consiglio di Stato. Cosa è uscito dalla Commissione? Un rafforzamento di prassi già in vigore nel pubblico, nel parapubblico e verso chi si rapporta. Con qualche riserva, riteniamo che sia meglio una prassi applicata che una regola scritta, pensiamo dunque si debba dar seguito alle proposte, logiche e già applicate, che fanno si che gli operatori pubblici favoriscono uno scopo pubblico. La legge di applicazione invece si inscrive nel genere dei sogni e delle illusioni. Non siamo d’accordo di illudere i cittadini. Non sarà pagante ma è giusto. La Costituzione federale è chiara: la legislazione su entrata, uscita, dimora e domicilio stranieri compete alla Confederazione. La proposta è generica ma va respinta per rispetto dei cittadini che devono rispettare ogni giorno le nostre leggi. Non neghiamo i problemi, siamo disponibili a cercare il margine di manovra, ma siamo soprattutto chiamati a dare l’esempio rispettando le regole. Dico prima i nostri valori e leggi, inutile dichiararsi liberi, fieri e svizzeri se poi ci si sente liberi di calpestare quei valori che ci rendono svizzeri”.