“Come se non bastasse, conferisce ulteriore potere centralista al Dipartimento che potrà imporre, regolare e standardizzare l’educazione cantonale in modo eccessivo, relegando i Comuni a fare da semplici spettatori paganti, penalizzando inoltre le scuole private che forniscono una valida complementarietà alla scuola pubblica. Questa impostazione non può evidentemente essere condivisa perché, in un mondo del lavoro sempre più selettivo verso i meno preparati e formati, aumenterà ancor di più il fossato tra il mondo dell’educazione e l’economia privata”, prosegue Marchesi.