Manuele Bertoli ha provato a rispondere ai quesiti sollevati da chi ha preso la parola. “La materia storia è mantenuta com’è, tocca aspetti vicini alla religione, ma qui pensiamo a un’ora in più, ceduta dall’istruzione religiosa per la storia delle religioni. Ci hanno chiesto di non coinvolgere le chiese nelle preparazione del materiale: non ha senso non farlo, così come non vanno esclusi i teologi. Una delle critiche era sullo spezzettamento delle materie e ci sta, è uno dei punti deboli del compromesso. Ma si può relativizzare sul modello che implementeremo a settembre con la civica. Il punto di raccordo fra le tre ‘storie’ sarà il docente, non per forza sempre quello di storia, ma se fosse uno solo ciò permetterà di fare un lavoro di interdisciplinarietà nel settore umanistico. L’ora buca? Ci sono anche problemi logistici, sia legati allo spazio di chi non fa religione, sia finanziari, poiché se viene presentata come un’ora buca costa molto meno. Un’ora di studio assistito? Se esso fosse ben strutturato, ci sarebbe più gente che vorrebbe non fare religione per fare i compiti lì. “Per questo e per altri motivi, chiede: ”lasciate che sia il Governo a gestire tutto: serve un sì di principio, magari anche largo”.