POLITICA
Il Consiglio nazionale appoggia la proposta di Fabio Regazzi: niente commesse pubbliche alle aziende in odor di Mafia
In pratica, la proposta del deputato ticinese prevede l'esclusione di un'azienda se questa ha un comportamento che contravviene all'etica professionale oppure viola la regole di comportamento che ne mettono in causa l'onore
BERNA – Niente commesse alle aziende in odore di Mafia. È quanto deciso ieri dal Consiglio nazionale, approvando (108 voti a 80) una proposta del consigliere nazionale Fabio Regazzi durante la discussione sulla revisione totale della Legge federale sugli acquisti pubblici, approvata per 184 voti contro uno e tre astenuti.

In pratica, la proposta del deputato ticinese prevede l'esclusione di un'azienda se questa ha un comportamento che contravviene all'etica professionale oppure viola la regole di comportamento che ne mettono in causa l'onore.

La proposta di Regazzi si riferisce a un'esperienza concreta in cui è incappata in Italia la società Condotte, ora sotto inchiesta per il versamento di tangenti. L'azienda italiana, in passato, si è aggiudicata commesse miliardarie nel nostro Cantone – anche attraverso la sua controlla Cossi SpA – per la realizzazione del tunnel di base del Ceneri.

In piena aggiudicazione di questi lavori, Condotte SpA nel 2008 si è vista ritirare il certificato antimafia ed era stata oggetto di un'inchiesta per associazione mafiosa. Il consigliere federale Ueli Maurer avrebbe preferito la bocciatura della proposta di Regazzi, affermando che "la legge prevede già la possibilità di intervenire in casi di corruzione".

Il deputato ticinese ha chiesto a Maurer se fosse a conoscenza della situazione italiana e il ministro delle finanze ha ammesso di saperne poco riguardo all’Italia. "Il Ticino – dichiara Regazzi all'ats – è la porta d'ingresso di aziende con comportamenti poco chiari e se non facciamo qualcosa si rischia che certe situazioni prendano piede anche nel resto della Svizzera. Sono contento che il plenum abbia capito che non ci troviamo di fronte solo a un problema ticinese".

Secondo il consigliere nazionale "non deve più capitare che aziende come Condotte possano partecipare a gare d'appalto pubbliche con un passato del genere", in quanto si tratta di "un insulto verso il contribuente".
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