BELLINZONA – Poteva Matteo Pronzini evitare nuove frecciate pesantissime a Claudio Zali? La discussione sulla LIA è stata per lui il momento adatto, e non si è risparmiato.
“Quel genio di Zali non ha mancato di mettere in luce le mie carenze giuridiche, la mia ignoranza”, ha cominciato, dicendo che per lui è difficile esprimersi su un tema così legato al leghista.
"Come posso intervenire su una legge emanata dalla mente eccelsa di Zali?”, chiede.
E riparte: “Questo genio del diritto ha diretto il parto della mostruosità giuridica chiamata LIA. Ha ingannato, e il termine non è eccessivo, quasi tutto il Gran Consiglio, ce lo ha confermato il collega Galusero che ieri ha detto che col senno di poi mai e poi mai avrebbe fatto il relatore ma che a traviarlo è stato l’atteggiamento del Dipartimento che garantiva che la legge fosse solida giuridicamente”.
Poi qualcosa è andato storto. “Sono bastati alcuni petardi per affondare legge e sicumera giuridica. Ora aspettiamo la sentenza sulla tassa di collegamento per vedere quanta competenza giuridica ci sia alla testa del Dipartimento. Da parte mia dico, né ridere né piangere ma aspettare”.
Al termine del suo intervento, che poi ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa “Basta col dumping in Ticino” dell’MPS, la presidente Pelin Kandemir Bordoli lo ha richiamato all’uso di certi termini. Anche Galusero gli ha detto di rispettare le istituzioni e di smettere di denigrare i Consiglieri di Stato, scatenando un applauso in sala.