BELLINZONA – Ha tenuto banco per alcuni giorni il processo a carico del sergente dell’esercito svizzero Johan Cosar. Secondo il Tribunale Militare, è colpevole di indebolimento della forza difensiva del paese per ripetuto servizio straniero e ripetuto tentato servizio straniero, per aver combattuto nelle milizie contro l’ISIS.
Partito per dei reportage, si è unito al Syrian Military Council, istruendo diversi giovani.
Ma non aveva chiesto il permesso all’esercito svizzero.
Questa mattina è stato condannato a una pena pecuniaria sospesa di 90 aliquote giornaliere da 50 franchi e a una multa di 500 franchi. Al sergente è stata concessa la sospensione condizionale per un periodo di prova di 3 anni.
Molto interessato e coinvolto nella vicenda era il consigliere comunale di Mendrisio e candidato per l’UDC al Gran Consiglio Vedat Kopkin. Le famiglie si conoscono, lui è a conoscenza della vicenda di Cosar e i due condividono le origini e la carriera militare.
Ieri sui social aveva scritto un accorato appello:
“C’è chi pur crescendo in Svizzera o in Occidente, chi nonostante abbia studiato e che avrebbe dovuto riconoscere cosa è sbagliato o cosa no si è avvicinato senza nessun vero motivo alla radicalizzazione islamica e ha fatto di tutto per poter far fuori qualche “infedele” fregandosi, deprezzando e cercando di far cresce l’odio verso i cristiani o non islamisti.
E queste persone, ignoranti, ipocriti e con il cervello fuso vengono solo “segnalati” e lasciati liberi con delle ridicole sentenze. Poi si vede cosa accada nel resto del mondo.
Poi c’è uno come Johan Cosar, che si trova a combattere quel lato mostruoso dell’umanità detto ISIS, a difendere quella poca dignità e umanità cristiana rimasta nell’oriente e viene quasi incriminato più di un potenziale terrorista riconosciuto.
È vero, c’è la legge, il suo unico errore è stato non aver fatto in tempo ad annunciare e a dichiarare le sue intenzioni. Domani mattina c’è la sentenza finale. Io spero solo che gli venga riconosciuto il lato buono (umano) e che se la cavi con una lieve multa per aver infranto le leggi militari.
È un caso molto sensibile e delicato, spero solo che io non venga malinteso ma nelle sue circostanze l’avrebbe fatto chiunque con un cuore così grande a mettersi a difendere la sua gente, debole, senza speranza da una tirannia del genere; lo avrei fatto forse anche io.
Forza Johan un eroe e non un criminale”.
Oggi gli abbiamo chiesto un commento a caldo sulla sentenza: “va bene così. Ho apprezzo molto il lato umano e la sensibilità della giustizia militare. Sa di aver sbagliato e l’unica sua colpa è stata quella di non annunciare alla confederazione le sue intenzioni. Ma le circostanze in cui si è ritrovato non glielo hanno permesso e ha dovuto sopravvivere e dover aiutare la sua gente ma di sicuro non l’ha fatto in malafede e nel nome della neutralità elvetica”.