POLITICA
Un finto problema? La Mantia: "La violenza si basa anche sugli stereotipi. Se i ragazzi possono scegliere, perchè le donne no?"
La socialista torna sulla discussa interrogazione: "Ogni due settimane in Svizzera muore una donna vittima di violenza del genere, a chi dice che siamo ridicole rispondo che si passa anche dall'abbigliamento.

BELLINZONA – Libertà di scelta, anche per le sportive. Perché una certa immagine delle donne, stereotipata, causa la violenza. Così Gina La Mantia, cofirmataria con Tatiana Lurati di una discussa interrogazione in merito all’abbigliamento delle donne nello sport, si giustifica.

I commenti sono stati infatti tanti, e non positivi, tra chi parlava di scherzo e chi si chiedeva se i veri problemi del Ticino sono questi.

“In Svizzera, ogni due settimane una donna muore in quanto vittima di violenza di genere. A chi ritiene ridicola l'interpellanza presentata dalla mia collega Tatiana Lurati e me sulla discriminazione delle donne in merito all'abbigliamento sportivo dico: si passa anche da lì”, spiega sui social.

“In questa società è necessario mettere da parte gli stereotipi sulla donna come anche quelli sull'uomo, e bisogna uscire dalla mentalità patriarcale preponderante e schiacciante. Saremmo tutte e tutti più felici”.

“State esagerando, volete tornare al tempo in cui una donna era vista con le sembianze del "diavolo"? Queste ragazze nei loro bei costumi esprimono gioia, armonia con il proprio corpo. Si vuole negare la femminilità? Il vero rispetto sia per la donna che per l'uomo avviene in primo luogo all'interno della famiglia, con l'esempio”, l’ha accusata un’utente. 

La replica: “non si tratta di negare la femminilità. Si tratta di lasciare la libertà di scelta alle ragazze, e di abbattere gli stereotipi. La violenza sulle donne si basa su una mentalità che favorisce un certo immagine della donna e dell'uomo. Cosa cambia per lo sport se la ragazza, ad esempio, sceglie di mettere i pantaloncini (come lo fa il ragazzo)? Se i ragazzi possono scegliere tra diversi capi non vedo perché le ragazze no”.

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