POLITICA
"Quando è morta la Svizzera? Oppure non le è ancora ma...". Le riflessioni di Bignasca sul primo agosto
Il deputato leghista avverte: "Se non difendiamo il paese consegnatoci dalle generazioni passate consegneremo a quelle future un paese peggiore di quello che abbiamo ricev uto. I bilaterali, l'ONU, Mon Repos, le esportazioni..."

di Boris Bignasca*

Quando abbiamo “ucciso” la Svizzera?

Forse quando abbiamo cominciato a credere che far parte di organizzazioni grandi fosse per forza meglio che essere una piccola nazione efficiente. 

Forse è morta quando siamo entrati nell’ONU, quando abbiamo accettato i bilaterali, quando abbiamo creduto alle moine, ai ricatti e alle manipolazioni dei burocrati di Bruxelles.

Forse è morta quando abbiamo dato priorità alle esportazioni, piuttosto che ai nostri cittadini e ai nostri valori.

Forse è morta l’altro giorno con il voto dei giudici di Mon Repos (incredibilmente anche con il voto di un giudice di area UDC) a favore dell’ennesimo inchino alle autorità straniere (nel caso francesi).

Forse è morta quando abbiamo cominciato a dare retta alle sirene dell’esterofilia, piuttosto che al nostro cuore, libero, indipendente e federale.

Forse la Svizzera non è ancora morta, ma se non difendiamo il paese consegnatoci dalle generazioni passate, consegneremo alle generazioni future un paese peggiore di quello che abbiamo ricevuto. 

E questo sarebbe un peccato, o forse di più: una vergogna.

*granconsigliere Lega dei Ticinesi

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